Fiera dell'auto di Budapest, il comparto traina l'economia ungherese

Fiera dell'auto di Budapest, il comparto traina l'economia ungherese
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Di Giacomo Segantini Agenzie:  BEATRIX ASBOTH
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Rombano i motori alla terza edizione della fiera di Budapest dedicata alle quattro ruote. A riprova dell’importanza che il mercato ungherese ha

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Rombano i motori alla terza edizione della fiera di Budapest dedicata alle quattro ruote. A riprova dell’importanza che il mercato ungherese ha assunto la presenza, tra quasi 300 espositori, dei grandi costruttori stranieri: Opel, Mercedes, Suzuki e da quest’anno anche BMW.

Lo scandalo emissioni non ha fermato la tedesca Audi, che ha annunciato nuovi investimenti nello stabilimento di Győr: “L’Ungheria è in una posizione geografica ideale: al centro d’Europa. I collegamenti logistici con gli altri mercati sono buoni e abbiamo i fornitori vicini”, afferma Péter Lőre, direttore delle comunicazioni di Audi Ungheria.

Difficile, però, per l’Ungheria competere con i costi di produzione di Paesi come la Cina. L’industria si è specializzata allora in ricerca e sviluppo. Grazie agli investimenti e a un solido legame università-imprese, il Paese si inserisce a pieno titolo tra i poli che stanno assemblando l’auto del futuro.

“Se parliamo delle auto senza pilota, ad esempio, ci sono aziende come Continental, Bosch e ThyssenKrupp Presta che danno lavoro a centinaia di ingegneri ungheresi”, dice Csaba Kilián, presidente dell’associazione delle aziende automobilistiche ungheresi. “Possiamo dunque affermare con certezza che l’Ungheria è uno dei centri di sviluppo delle auto senza conducente”, sottolinea.

Con tutti i benefici che ne derivano in termini di occupazione e crescita: in un Paese che conta meno di 10 milioni di abitanti il comparto auto dà lavoro a 132 mila persone e rappresenta un quarto della produzione industriale complessiva.

“L’automobile gioca un ruolo di primo piano nella crescita economica ungherese, un settore chiave per produzione ed esportazioni”, spiega la nostra corrispondente da Budapest, Beatrix Asboth. “Cento posti di lavoro in tale campo portano, nell’indotto, a 235 nuovi impieghi. Senza l’industria dell’auto l’economia ungherese probabilmente non avrebbe il segno più”, conclude.

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