È frutto di un atto di “terrorismo collettivo” la duplice esplosione di Ankara che il 10 ottobre scorso ha fatto oltre 100 vittime. Questa l’accusa
È frutto di un atto di “terrorismo collettivo” la duplice esplosione di Ankara che il 10 ottobre scorso ha fatto oltre 100 vittime. Questa l’accusa lanciata dal presidente turco. Porterebbe più firme, non solo quella dell’Isil, l’attentato più grave della storia della Turchia moderna.
“Qui ci sono l’Isil, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), il Mukhabarat (il servizio segreto sitiano), il Pyd” (il movimento curdo siriano). Tutti insieme hanno pianificato questo attacco” ha detto Recep Tayyep Erdogan in un convegno ad Ankara.
Per il duplice attacco alla marcia per la pace di Ankara sono in carcere quattro sospettati con l’accusa di “fabbricazione di ordigni esplosivi con l’intento di uccidere”. È stato, intanto, identificato uno dei due kamikaze, si tratta del fratello dell’attentatore suicida della strage dell’Isil a Suruc, al confine con la Siria. Era il 20 luglio e morirono oltre 30 attivisti filo-curdi.