Escalation di rappresaglie e contromisure. La situazione precipita nelle ultime ore. Ai minimi le relazioni fra Belgrado e Zagabria
Alla Serbia che a mezzanotte aveva bloccato l’accesso a mezzi pesanti e beni di provenienza croata, la Croazia replica chiudendo le frontiere a cittadini e veicoli serbi.
Siamo pronti a un'apertura - dice il Ministro degli interni serbo Stefanovic -, ma ci vuole buona volontà da entrambe le parti
#Europe migrant crisis: #Croatia bans Serbian citizens and cars from entering its borders
http://t.co/GmfgFeuNRg
— ABC News (@abcnews) 24 Settembre 2015
BREAKING: EU #refugee & #migrant crisis: Serbia bans all cargo vehicles, goods from #Croatiahttp://t.co/goLhguzzNlpic.twitter.com/JsLIgOsdyW
— RT (@RT_com) 23 Settembre 2015
Il braccio di ferro ai confini che da giorni oppone Zagabria e Belgrado degenera e precipita ai minimi le relazioni tra le due capitali.
Spirato l’ultimatum dato alla Croazia per indurla a riaprire le frontiere ai suoi tir, il Ministro degli interni serbo ha annunciato le rappresaglie dicendosi però pronto a un passo distensivo anche nell’immediato. “Spero che si trovi al più presto una soluzione – ha affermato nella notte Nebojsa Stefanovic -. La Serbia, da sola, ha però margini di manovra molto ridotti. E’ necessario uno sforzo di buona volontà anche da parte croata”.
#Croatia said it had reached saturation point after more than 14,000 migrants arrived in 48 hours pic.twitter.com/pjTRKEZALT
— AFP Photo Department (@AFPphoto) 19 Settembre 2015
Ad arrivare sono invece state in mattinata le contro-rappresaglie di Zagabria. Per arginare il crescente flusso di migranti, dirottati sul suo territorio da Belgrado, la Croazia aveva cominciato da giorni a impedir loro il transito ai suoi posti di frontiera. Lunedì poi l’inizio del braccio di ferro sui Tir.