I profughi attraversano il ponte "Turchia"

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È da qui, da queste spiagge della costa turca che inizia il viaggio verso il mondo nuovo. Quello che permetterà una vita diversa, sicuramente

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È da qui, da queste spiagge della costa turca che inizia il viaggio verso il mondo nuovo. Quello che permetterà una vita diversa, sicuramente migliore rispetto a oggi.

Dalle coste turche, lambite dall’Egeo, i profughi siriani, e non solo, partono a bordo di canotti gonfiabili. E Inshallah.

Bora Bayraktar:
“Un altro gruppo di persone inizia il lungo viaggio verso l’Europa, si imbarcano consapevoli dei rischi che ci sono”.

Lasciano tutto dietro di sé. Le angosce e le paure e anche rifiuti, cosa che rende ostili gli abitanti del luogo, come Yuskel, perché chiaramente la spiaggia è disertata dai turisti.

“L’esodo è iniziato tre mesi fa, ogni giorno partono dalle 10 alle 15 imbarcazioni. Spero che finisca quando il tempo peggiorerà”.

L’isola di Lesbo: è qui che i gommoni cercano di arrivare.

I guardiacoste turchi non hanno tregua.

Tutti i giorni, il tenente Uğur Özdoğan e il suo equipaggio fanno dalle 7 alle 8 uscite per cercare di evitare il peggio: evitare l’affondamento dei canotti.

Si tratta di una missione non semplice, devono arrestare il gommone senza che ci siano dei feriti.
I profughi infatti oppongono resistenza, vogliono proseguire incuranti del pericolo.
I gommoni caricano a bordo più persone di quante dovrebbero, tra gli altri bambini, e il rischio di affondare è alto.

Bora Bayraktar:
“La Guardia costiera ha fermato questo gommone con a bordo 45 profughi. Ne hanno già avvistato un secondo, i rifugiati non intendono fermarsi, ma saranno costretti”.

I numeri di questa crisi sono impressionanti anche qui: fino al 7 settembre la guardia costiera turca ha fermato quasi 1300 gommoni con circa 50 mila profughi a bordo, come ci spiega il militare:

Il tenente Uğur Özdoğan:

“In moltissimi casi, i motori dei gommoni funzionano male e i gommoni galleggiano appena, verifichiamo anche che molto spesso i profughi sono costretti a salire a bordo di queste imbarcazioni. Non hanno nessuna nozione di guida o di navigazione e sono presi dal panico”.

Per questo gruppo di profughi il viaggio è finito qui, prima di arrivare in Grecia. Molti di loro però riproveranno la traversata.

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