È l’esercito che gestisce per ora i soccorsi e le operazioni nella città di Tianjin, quarta della Cina, devastata da una gigantesca esplosione che ha
È l’esercito che gestisce per ora i soccorsi e le operazioni nella città di Tianjin, quarta della Cina, devastata da una gigantesca esplosione che ha distrutto la zona industriale. Il computo delle vittime è di almeno 50 persone, diverse decine risultano però ancora scomparse. Centinaia i feriti, distribuiti in vari ospedali. Molti in condizioni disperate. Cosa che potrebbe far aumentare il numero dei morti.
L’esplosione in una fabbrica di prodotti chimici, ma non è ancora chiaro come questo devastante incidente sia potuto accadere.
Dentro al Paese si è scatenata una gara di solidarietà, ma i militari non vogliono che dei civili si avvicinino a zone pericolose. Esiste ancora il rischio di altre esplosioni. L’indice è puntato verso i mancati controlli anche se al momento accuse precise non se ne possono fare.
A peggiorare la situazione il fatto che non si sa bene che cosa ci fosse realmente nella fabbrica della Ruihai, saltata in aria. La violenza della deflagrazione è stata tale che Greenpeace ha fatto supposizioni che per ora non trovano conferme ufficiali. Il timore è soprattutto nelle condizioni atmosferiche delle prossime ore. È prevista pioggia e questo potrebbe sì aiutare a controllare gli incendi che ancora ardono, ma potrebbe anche provocare reazioni nei prodotti chimici che si suppone fossero stoccati nei magazzini. Reagiscono all’acqua e sono estremamente instabili come il cianuro di sodio.