Nucleare Iran: Teheran tra la fine dell'embargo e la difesa della sovranità

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Di Salvatore Falco
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Ancora una settimana di trattative tra l’Iran e le potenze mondiali sul programma nucleare. E alla scadenza del 7 luglio si sommeranno altri sei mesi

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Ancora una settimana di trattative tra l’Iran e le potenze mondiali sul programma nucleare. E alla scadenza del 7 luglio si sommeranno altri sei mesi per l’attuazione di un eventuale accordo. Dopo venti mesi di negoziati, all’ottimismo si contrappongono i nodi che restano da sciogliere.

ll ritorno a Teheran, domenica notte, di Mohammad Javad Zarif, il capo della diplomazia iraniana, è un buon segno. Zarif deve consultare la Guida Suprema per delineare la strategia finale e fissare i paletti oltre i quali Teheran non seguirà i Paesi del 5+1.

Saranno 7 giorni di incontri, anche bilaterali, per aprire un nuovo capitolo nelle relazioni tra Teheran e l’Occidente. Tra le 6 potenze mondiali che dialogano con l’Iran, la Francia fa la parte del cattivo e detta la linea riguardo la fine delle sanzioni.

“Se ci sarà un accordo, ci sarà una revoca delle sanzioni – ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius – ma se l’accordo non sarà messo in atto, dobbiamo prevedere quello che noi chiamiamo un meccanismo snapback, che reintrodurrà automaticamente le sanzioni”.

Parigi insiste nell’introdurre questo meccanismo di controllo e chiede una revoca graduale delle sanzioni. L’Iran spinge perché sia immediata. La priorità della Repubblica islamica è dare ossigeno a un’economia paralizzata dall’embargo. Dal 2006, sei risoluzioni Onu e diverse iniziative fuori dal mandato delle Nazioni Unite hanno imposto sanzioni nei settori chiave, tra i quali petrolio e attività finanziarie.

L’altro punto di disaccordo è legato alle ispezioni dei siti militari. È la questione più spinosa al tavolo dei negoziati di Vienna, ma anche quella che spazzerebbe via i dubbi sulla capacità di Teheran di produrre armi nucleari.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha accesso ai siti dichiarati dall’Iran, ma vuole estendere i controlli anche alle basi militari. Ipotesi fuori discussione per la Guida suprema e per la frangia più conservatrice del governo che ne fa una questione di dignità nazionale.

Il terzo nodo è rappresentato dalla durata della sospensione del programma nucleare iraniano. Ma al tavolo dei negoziati, il regime degli ayatollah dovrà accettare un compromesso tra la revoca immediata delle sanzioni e la sua autonomia di Paese sovrano.

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