Basta alla precarietà e all’esilio forzato: il personale della sanità ungherese ha manifestato a Budapest, in due diversi cortei che hanno richiamato
Basta alla precarietà e all’esilio forzato: il personale della sanità ungherese ha manifestato a Budapest, in due diversi cortei che hanno richiamato circa diecimila lavoratori, in gran parte infermieri.
I manifestanti di un corteo erano vestiti di bianco, quelli dell’altro di nero: una scelta fatta per rappresentare la difficile situazione in cui si trovano, con stipendi che secondo il sindacato si aggirano sui 400 euro.
Una situazione tale da spingere molti all’emigrazione nell’Europa occidentale, dove quella dell’infermiere è una figura professionale richiesta e ben pagata.
Ai manifestanti sono giunti messaggi di supporto da altri sindacati, compresi quelli dei medici, che preannunciano azioni comuni nel prossimo futuro.
Sui dieci milioni di cittadini ungheresi, il 10% dice di voler emigrare, nonostante una situazione economica che dà segni di miglioramento, con una crescita che però non si riverbera ancora sulla società.