Renzi con Mogherini e Ban Ki-moon: "Sugli sbarchi l'Italia non è sola"

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Di Diego Giuliani
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Il vertice sulla Nave San Giusto nelle acque del Canale di Sicilia. Ma le divergenze sulle strategie persistono

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Renzi, Mogherini e Ban Ki-moon insieme nelle acque del Canale di Sicilia che poco più di una settimana fa hanno inghiottito oltre 700 migranti.

Niente demagogia almeno oggi. La battaglia di tutti deve essere contro i trafficanti di esseri umani. Sono i nuovi schiavisti #Mediterraneo

— Matteo Renzi (@matteorenzi) 19 Aprile 2015

Roma si aggrappa alle immagini che arrivano dalla nave San Giusto per non dirsi più sola di fronte all’emergenza sbarchi. “E’ un segno di unità – ha detto il premier italiano – La comunità internazionale ha capito che si tratta di un problema globale”.

With UNSG BanKiMoon and @matteorenzi today to start closer coordination to save lives and fight trafficking

— Federica Mogherini (@FedericaMog) 27 Aprile 2015

Proprio nelle stesse ore, l’arrivo a Taranto di 274 migranti soccorsi al largo della Libia riporta però l’attenzione sulle divergenze in merito alle strategie di contrasto. Emersa a Bruxelles, l’ipotesi di distruggere i barconi dei trafficanti ha fatto dire a Ban Ki-moon che “una soluzione militare non esiste”.

On his way 2 see @ItalianNavy ops in #mediterranean#UNSG discusses #migration w/@matteorenzi@FedericaMog@Refugeespic.twitter.com/lopQefJtov

— UN Spokesperson (@UN_Spokesperson) 27 Aprile 2015

Se l’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite è a dare la priorità al “salvataggio delle vite umane”, le voci degli immigrati fermati in Libia denunciano condizioni drammatiche e violenze negli stessi centri di detenzione.

“Molti qui sono malati – dice uno di loro da quello di El Zauia, uno dei più grandi dell’Ovest del Paese -. Alcuni soffrono di allergie. Molti di noi vengono dall’Eritrea e ci sono persone che stanno morendo”.

“Ci hanno parcheggiato qui perché non sanno che fare di noi – denuncia un altro -. Ci picchiano, ci trattano come schiavi e ci fanno fare tutto quello che vogliono. Non sappiamo dove andare. Per favore, aiutateci: abbiamo bisogno del vostro aiuto. Tirateci fuori da qui prima che si finisca per morire tutti”

Ambasciatrice dell’esigenza di un approccio globale, Federica Mogherini porterà nelle prossime ore l’appello europeo prima al Palazzo di Vetro dell’ONU e poi a Washington, dove incontrerà mercoledì il Segretario di Stato, John Kerry.

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