Yemen: il Consiglio di sicurezza ONU adotta la risoluzione giordana

Embargo sulle forniture d’armi alle milizie Houti, ordine ai ribelli sciiti di cessare immediatamente le ostilità e ritirarsi dalle zone conquistate e sanzioni anche al figlio maggiore dell’ex presidente Ali Abdallah Saleh, da questi ultimi spalleggiato. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione elaborata da Giordania e Paesi del Golfo con 14 voti a favore e la sola astensione della Russia.
#UNSC adopts resolution 2216 on #Yemen demands Houthi forces withdraw from seized areas & Sana'a http://t.co/nFCGN4dIqe
— UN Media Liaison (@UNMediaLiaison) 14 Aprile 2015
“Non esiste alcuna alternativa a una soluzione politica al conflitto in Yemen – ha detto l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vitaly Churkin -. Ci aspettiamo che l’ONU intervenga attivamente perché le parti in causa intavolino al più presto negoziati di pace. E’ necessario operare in questa direzione da qui ripartire, per uscire da questo conflitto”.
Tra le riserve di Mosca la mancata estensione dell’embargo sulle armi a tutte le parti in causa e il fatto che, a dire di Churkin, il testo non insista abbastanza sull’urgenza di una tregua umanitaria.
La risoluzione non impone peraltro alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita di cessare i bombardamenti, ma si limita a esortare la “tutela della popolazione civile”.
Il testo incarica inoltre il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di “raddoppiare gli sforzi per facilitare la fornitura degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei civili”, menzionando esplicitamente la possibilità di instaurare dei corridoi umanitari.
Fino a questo momento, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si era limitato a proclamare il suo sostegno al presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi, costretto alla fuga in Arabia Saudita dall’avanzata delle milizie sciite Houti.
L’Iran, che li sostiene, ha fatto sapere nelle stesse ore di aver proposto una “exit strategy” basata su un cessate il fuoco, seguito dalla sua mediazione tra le parti. A renderlo noto, da Madrid, è stato il Ministro degli esteri Javad Zarif poco prima del voto del Consiglio di Sicurezza Onu.