Corruzione: Danimarca la più virtuosa, Italia tra i peggiori in Europa

Corruzione: Danimarca la più virtuosa, Italia tra i peggiori in Europa
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La Danimarca è il Paese più virtuoso, la Corea del Nord il più corrotto. Transparency International ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla percezione della corruzione nel mondo. L'Italia fra i

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Tutto li separa, anche la corruzione. Kim Jong Un e Helle Thorning-Schmidt sono alla guida di due Paesi agli
antipodi nella classifica di Transparency international.

Secondo l’Ong, che ogni anno pubblica l’indice d
percezione della corruzione, la Danimarca – come l’anno scorso – è il Paese più virtuoso al mondo. La classifica – precisa l’organizzazione – non può essere stilata su dati empirici, ma sull’opinione di esperti di corruzione nei partiti politici, nella polizia, nel sistema giudiziario e nei servizi pubblici.

A compilare la lista contribuisce una decina di istituzioni internazionali, fra le quali Banca Mondiale, banche asiatiche e africane per lo sviluppo e il Forum economico mondiale.
Sui 175 Paesi la situazione peggiore viene registrata in Corea del Nord, che si trova nella stessa situazione della Somalia.

Tra i più alti livelli di corruzione ci sono quelli dei Paesi africani o dell’Asia Centrale.
I Paesi più virtuosi sono quelli dell’Europa del Nord. Trasparency International esorta in particolare banche
e finanza a evitare che le elite dei paesi emergenti
con il loro aiuto tacito trovino i mezzi per riciclare denaro sporco. L’organizzazione mette anche in evidenza come la crescita economica venga minata dal diffondersi della corruzione.

Italia, Grecia e Romania sono i peggiori nell’Unione
Europea, al 69esimo posto. Se molti Paesi europei
non hanno cambiato posizione, la Francia ha registrato un peggioramento. Dal 22esimo passa al 26esimo posto dopo che quest’anno conflitti di interesse e diversi
scandali politici hanno segnato il Paese.

La Turchia e la Cina registrano i crolli più marcati. Ankara subisce il contraccolpo di un vasto scandalo di corruzione
che ha riguardato il governo Recep Tayyip Erdogan l’anno scorso e scende dal 53esimo al 64esimo posto.
Indagini, l’arresto di persone vicine al potere – accuse
cadute nella maggior parte dei casi – ma anche l’arresto di
giornalisti che hanno criticato le autorità hanno contribuito
a peggiorare l’immagine del Paese.

Per parlare con noi di tutto questo, euronews ha raggiunto a Mosca il vice-presidente di Transparency International, Elena Panfilova.

Andrei Belkevich, euronews
“Chi sono i principali vincitori e perdenti, quest’anno?”.

Elena Panfilova, vice-presidente Transparency International
“Nella lotta alla corruzione, ovviamente, non ci sono vincitori o perdenti in assoluto. E questo semplicemente perché non esistono paesi che abbiano totalmente sradicato la corruzione. Sono però sempre gli stessi a confermarsi in testa alla classifica. Al limite finiscono per scambiarsi di posto. Parliamo soprattutto dei Paesi Scandinavi e di pochi altri come Singapore, la Nuova Zelanda e il Canada: quelli che in sostanza possiamo considerare leader. In fondo alla classifica troviamo invece paesi che sono in difficoltà non solo nella lotta alla corruzione, ma anche rispetto allo stesso funzionamento della macchina statale e ai suoi rapporti con la società. Paesi che tornano a confermare il loro pessimo posizionamento come Sudan e Somalia”.

euronews
“Quali paesi hanno fatto registrare una più sensibile variazione in classifica, sia in positivo che in negativo?”.

Elena Panfilova
“Quest’anno Turchia e Cina sono scivolate considerevolmente più in basso. La Russia è invece più o meno stabile: sulla carta le riforme anti-corruzione ci sono, le leggi sono state approvate, nuove misure sono state adottate. Quanto manca è però sempre una vera determinazione, più semplicemente potremmo forse chiamarla una ‘volontà politica’, per mettere in pratica tutte queste bellissime leggi ed evitare che restino sulla carta”.

euronews
“Cosa può dirci in merito alla situazione dell’Unione Europea? Quali sono le dinamiche? E ‘ possibile poi parlare di un tasso di ‘corruzione media’ in Europa?”.

Elena Panfilova
“In generale la situazione non è malvagia. E’ però evidente che un blocco di paesi – a grandi linee direi i membri più anziani dell’Unione Europea – si conferma nel suo posizionamento tradizionale. Ovviamente ci sono oscillazioni in un senso o nell’altro, ma in generale i membri più giovani dell’Unione si trovano a dover inseguire. Alcuni se la cavano meglio, altri si scontrano con dei fallimenti, ma la ragione di fondo è sempre la stessa: prima che le riforme anti-corruzione mostrino i loro frutti deve trascorrere un considerevole lasso di tempo”.

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