LuxLeaks sul tavolo del G20. Necessaria piu' trasparenza sulle tasse delle multinazionali

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Di Euronews
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Sotto il sole e i suoi 40 gradi, la città australiana di Brisbane accoglie questo week-end i leader delle venti maggiori potenze economiche mondiali. Un vertice dominato dal dibattitto sulla politica fiscale a livello internazionale.

Tutti gli occhi saranno puntati sul neo-presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, al centro dell’inchiesta LuxLeaks. Quando era primo ministro del Lussemburgo Juncker avrebbe incoraggiato regimi fiscali tagliati su misura per le grandi multinazionali che si registravano nel Grand Ducato, un sistema legale, che avrebbe permesso di fatto a grandi aziende di eludere le tasse su profitti realizzati in altri stati.

Juncker si è difeso promettendo un’armonizzazione fiscale a livello europeo con la definizione di regole per fissare una base imponibile comune.

Il presidente della Commissione ne parlerà ora con gli altri leader mondiali, che devono mandare un segnale forte nella lotta all’evasione fiscale ad un’opinione pubblica sempre piu’ scettica e indignata.

Per approfondire i temi al centro di questo vertice abbiamo intervistato, in collegamento da Brisbane, Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Efy Koutsokosta, euronews:
“Parliamo dello scandalo che fà notizia, Luxkeaks, è stato veramente sorpreso dal comportamento delle multinazionali in Lussemburgo, una prassi che in realtà come ha detto il ministro delle finanze, è legale? Non c‘è una certa ipocrisia da parte di altri Stati membri?

Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione presso l’OCSE:
“Non è stata una sorpresa. Alcuni paesi utilizzano il ruling, cioé prendono posizione sui regimi fiscali delle società. In questo caso il Lussemburgo, ha utilizzato il sistema in maniera abbastanza opaca in alcune occasioni, ciò che stiamo proponendo al G20 è di rendere questa pratica molto più trasparente. Le imprese sono globali, i governi sono locali.
Abbiamo un problema di regolamentazione, e si rischia di finire in una vuoto giuridico in cui non succede niente, questo non è giusto, perché allora si devono aumentare le tasse sugli altri contribuenti che non possono spostare i loro profitti. Quindi, dobbiamo livellare la base imponibile e garantire lo stesso tipo di trattamento alle imprese locali e a quelle globali, eliminando le lacune. Ciò limiterà le distorsioni e sarà un bene per gli investimenti”.

Efy Koutsokosta, euronews:
“Ma ciò di cui discutiamo oggi non è veramente una novità. Il G20 si è impegnato a reprimere la frode fiscale e l’evasione fiscale delle multinazionali dal 2009 dalla riunione del G20 a Londra, ma a quanto pare non c‘è riuscito. Cosa le fa credere che ora sarà diverso e non ci saranno resistenze?”

Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione presso l’OCSE:
“Ci sono due problemi diversi. Non bisogna confonderli. Uno è il segreto bancario ed è vero che il G20 ha adottato quel progetto nel 2009 e ora siam arrivati ad uno scambio automatico di informazioni bancarie compresi paesi come il Lussemburgo, Svizzera, Singapore, Hong Kong. Tutti i paesi del mondo si sono impegnati a scambiare informazioni bancarie, in modo automatico entro il 2017 o 2018.
La questione del ruling non ha nulla a che vedere con il segreto bancario. Quel che abbiamo proposto al G20 è di rendere queste pratiche molto più trasparenti dandone notifica all’altra amministrazione fiscale. Sono due problemi diversi e su entrambi, grazie al G20, stiamo facendo enormi progressi”.

Efy Koutsokosta, euronews:
“Pensi pero’ agli stati che temono di danneggiare le proprie economie, penalizzando le multinazionali con alcune riforme, perché, dicono se le aziende pagano più tasse, avranno meno soldi per gli stipendi o per creare posti di lavoro…”

Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione presso l’OCSE:
“Non siamo a favore di un aumento delle imposte sulle multinazionali, abbiamo bisogno di avere una bassa tassa sul reddito delle società.
Siamo a favore dell’eliminazione della doppia imposizione sugli investimenti transfrontalieri, ma questo non dovrebbe portare ad una doppia “non tassazione”. La situazione attuale è che le multinazionali possono mettere molto facilmente e legalmente i loro profitti in giurisdizioni non-fiscali, in cui non c‘è attività. E’ giusto? No! è una politica fiscale sbagliata e questo perché ci sono molte carenze nella politica fiscale internazionale.

Efy Koutsokosta, euronews:
“Che cosa si aspetta concretamente dal vertice del G20?”

Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione presso l’OCSE:
“Grazie al G20 si sta andando molto velocemente: stiamo rivedendo la struttura fiscale internazionale in due anni tra il 2014/2015. Per quel che riguarda lo scambio automatico di informazioni bancarie, abbiamo definito lo standard. Lo presenteremo ai leader del G20 e paesi di tutto il mondo sono impegnati ad applicare questo nuovo standard entro il 2017 o il 2018. E’ davvero domani”

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