Ministro Riccardi: Il prossimo Papa? Carismatico e uomo di governo

Ministro Riccardi: Il prossimo Papa? Carismatico e uomo di governo
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Quale sarà il lascito di Benedetto XVI? Come sarà ricordato dagli storici della Chiesa? Domande che si pongono non soltanto i fedeli cattolici, da quando Papa Ratzinger ha deciso che rinuncerà al Soglio di Pietro, infrangendo un tabù che resisteva dal XV secolo. Nell’attesa di sapere che cosa accadrà a partire dal 28 febbraio, abbiamo incontrato il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, nonché fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.

Cecilia Cacciotto, euronews: Buongiorno ministro e benvenuto su euronews. In questa occasione mi rivolgo a lei come storico, esperto di affari del Vaticano. Come cambierà, se cambierà, la Chiesa dopo le dimissioni di Ratzinger?

Ministro Andrea Riccardi: In un certo senso l’11 febbraio resta una data storica, le dimissioni di un Papa fatte con grande lucidità a partire dalla lucidità della sua coscienza. Molti si sono chiesti il perché e non hanno accettato le spiegazioni che Joseph Ratzinger ha dato, quella della diminuzione delle sue forze fisiche, intellettuali, spirituali, dovute all’età, e hanno cercato un motivo di crisi di governo o cose di questo tipo. Io credo che è difficile fare il Papa, è difficile governare la curia romana, la Chiesa, ma non ci sono motivi nuovi o scoop che arriveranno. C‘è, diciamo, il logoramento di un uomo.

euronews: Dietro le dimissioni, secondo lei, non ci sono altre ragioni?

Riccardi: No, anzi, io credo che il Papa abbia aspettato a dimettersi l’esaurimento della questione del suo cameriere. Anche dal punto di vista giudiziario.

euronews: Le dimissioni arrivano alla vigilia delle elezioni italiane. Il Papa discreto, con questo colpo di teatro, si impossessa della scena mediatica. Le dimissioni di Benedetto XVI interferiranno con le elezioni italiane?

Riccardi: Le dimissioni del Papa non c’entrano assolutamente niente con le elezioni italiane. Però la popolazione italiana, anche non credente, è molto legata alla figura del Papa. Ho sentito molta gente che si interrogava. C‘è un piccolo senso di sgomento e incertezza tra la gente. Come questo si tradurrà in termini elettorali è difficile dirlo.

euronews: Il Papa di domani come sarà? O, meglio, di che Papa ha bisogno la Chiesa di domani?

Riccardi: È difficile dirlo. La Chiesa oggi ha bisogno di un Papa che la aiuti a crescere e rafforzarsi nel mondo. Ha bisogno di un Papa per certi aspetti carismatico che guidi l’evangelizzazione, ma anche di un uomo di governo, perché la Chiesa è una grande internazionale.

euronews: Sono passati 50 anni dal Concilio Vaticano II che ha gettato le basi per modernizzare la Chiesa. Secondo lei i tempi sono maturi per un nuovo Concilio?

Riccardi: In questi ultimi tempi si parla di nuovo Concilio, la risposta di Ratzinger e di molti è che bisogna assimilare ancora il Concilio Vaticano II. Io credo che ci vogliano comunque dei luoghi di riflessione, forse non un Concilio, che aiutino la Chiesa a trovare la misura della sua grandezza perché la Chiesa è molto grande e molto composita”.

euronews: Da tradizionalista a modernissimo, come ricorderà la storia Benedetto XVI?
Riccardi: Di Joseph Ratzinger sono state date immagini sbagliate, quella del Torquemada, dell’inquisitore, del mastino di Dio. In realtà è stato un uomo sostanzialmente mite. È stato un uomo della tradizione molto apprezzato dall’Oriente ortodosso, per i suoi studi, per l’idea della Chiesa, molto tradizionale. L’idea della Chiesa della tradizione. Allo stesso tempo, le dimissioni sono un gesto di grande innovazione: Giovanni Paolo II è morto da Papa con una malattia terribile. Paolo VI era malato e non ha lasciato, anche se si era posto il problema. Pio XII lo stesso, Giovanni XXIII aveva un tumore e ha aperto il Concilio Vaticano II. Questo resterà come un gesto molto innovativo.

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