Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione europea un'azione più rapida e incisiva sulle regole delle piattaforme alla luce dei recenti sviluppi su X e Meta
Il capo della Commissione europea per le tecnologie, Henna Virkkunen, ha difeso martedì davanti agli eurodeputati l'applicazione delle norme sulle piattaforme online da parte dell'esecutivo, dopo che i legislatori l'avevano esortata a intervenire contro gli amministratori delegati del settore tecnologico, tra cui il miliardario proprietario di X, Elon Musk, per presunte violazioni del Digital Services Act (Dsa).
"L'interferenza straniera richiede una risposta forte", ha dichiarato Virkkunen, Commissaria per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia.
"Nei giorni scorsi la Commissione europea ha chiesto a X di fornire informazioni sui sistemi di raccomandazione. È necessaria un'applicazione forte e tempestiva delle norme e decisioni che reggano in tribunale - ha dichiarato la Commissaria -. Porterò avanti i casi e arriverò alle conclusioni nel modo più legale possibile con prove solide".
Virkkunen ha anche annunciato che intende aumentare a duecento il numero di dipendenti che lavorano sul Dsa, entrato in vigore nel 2023.
Durante un dibattito a Strasburgo i legislatori hanno esortato la Commissione a concludere le indagini in corso nell'ambito del Dsa, alla luce delle recenti interferenze straniere sulle piattaforme dei social media nelle elezioni romene e tedesche.
Il dibattito è stato convocato dopo che gli eurodeputati di tutto lo spettro politico hanno espresso preoccupazione per i presunti abusi commessi da Musk, tra cui le sospette interferenze in vista del voto tedesco relative alla sua intervista al leader del partito di estrema destra Alternativa per la Germania sulla sua piattaforma all'inizio di questo mese.
Il Dsa - entrata in vigore nel 2023 - richiede alle maggiori piattaforme online dell'Ue di mitigare i rischi legati ai loro contenuti e un elevato livello di trasparenza.
Cosa chiedono gli eurodeputati alla Commissione Ue
Secondo Iratxe Garcia Perez (Spagna/S&D) l'Europa si trova a un "punto cruciale per la difesa delle democrazie. I social media sono stati visti come uno strumento di progresso, ma ora sono un'arma pericolosa nelle mani di coloro che vogliono attaccare i valori dell'Ue. Il silenzio della Commissione non è accettabile. Dobbiamo dare prova di leadership da parte dell'Ue".
"Dobbiamo garantire che le sanzioni vengano adottate senza esitazione quando le violazioni sono confermate", ha dichiarato Andreas Schwab (Germania/Ppe), chiedendo che venga data priorità all'applicazione della legge.
Alexandra Geese (Germania/Verdi) ha aggiunto che "dopo settimane di silenzio, è necessario agire con forza e in fretta. Abbiamo bisogno di indagini urgenti per identificare il meccanismo che porta alla disinformazione, fermare i sistemi di raccomandazione online e sostenere social media migliori che non possano essere controllati da oligarchi tecnologici", ha aggiunto Geese.
Il co-presidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, ha ribattuto che le richieste di un'applicazione più rigorosa del Dsa sono "una reazione eccessiva al declino del dominio della sinistra sul discorso politico sui social media e al declino dell'influenza del [pensiero] progressista mainstream".
La Commissione ha avviato diverse indagini per inadempienza nell'ambito del Dsa, ma nessuna di esse è stata conclusa. Lo scorso luglio, l'esecutivo dell'Ue ha pubblicato le conclusioni preliminari dell'indagine su X, affermando che le spunte blu sono ingannevoli e violerebbero il Dsa.
X ha ora un termine per rispondere per iscritto. Oltre al Dsa, la Commissione sta lavorando al cosiddetto scudo per la democrazia, un piano che mira a combattere la disinformazione straniera e le minacce interne. Virkkunen ha dichiarato che lancerà presto una consultazione pubblica in merito.