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Ucraina, strage nella colonia penale di Zaporizhzhia: almeno 17 morti e decine di feriti in attacco russo

Le conseguenze dell'attentato a Kamensky, in Ucraina
Le conseguenze dell'attentato a Kamensky, in Ucraina Diritti d'autore  ДСНС Украины
Diritti d'autore ДСНС Украины
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Un raid aereo russo ha colpito la prigione di Bilenkiv nella regione ucraina di Zaporizhzhia, causando almeno 17 morti e una quarantina di feriti. L’attacco, condannato da Kiev come crimine di guerra, si inserisce in un'escalation di violenze che ha interessato anche altre città ucraine

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Sono 17 le persone uccise e 44 quelle ferite in un attacco russo che ha colpito una colonia penale nella regione di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sudorientale. Lo ha riferito martedì su Telegram il governatore militare regionale Ivan Fedorov, precisando che l’attacco è avvenuto nella notte e che la Russia ha utilizzato bombe aeree guidate Fab.

“La colonia penale è stata completamente distrutta”, ha scritto Fedorov, “anche le abitazioni vicine hanno subito danni rilevanti. I feriti stanno ricevendo assistenza medica”.

Le autorità ucraine hanno apertamente parlato di crimine di guerra.

“Questo è un altro crimine dei russi, che non si fermeranno finché non verranno fermati”, ha dichiarato Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del presidente ucraino.

Il bombardamento di Zaporizhzhia è solo uno degli episodi più gravi di una serie di attacchi aerei e missilistici che hanno colpito l’Ucraina nella notte tra il 28 e il 29 luglio.

Attacchi su larga scala: raid anche a Dnipropetrovsk

Nella regione di Dnipropetrovsk, le forze russe hanno colpito la città di Kamenskoye, dove due persone sono rimaste uccise e cinque ferite, tra cui una donna incinta in gravi condizioni.

Secondo Sergei Lysak, capo dell’amministrazione militare cittadina, un edificio dismesso è stato parzialmente distrutto e nelle vicinanze sono stati danneggiati anche una maternità e un ospedale.

Altri cinque civili sono stati uccisi e tre feriti nella mattina di martedì in un attacco russo con artiglieria pesante russo a Novoplatonivka, nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina orientale.

Un'allerta aerea è stata dichiarata in nove regioni del Paese, tra cui Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Donetsk, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Poltava, Cherkasy e Kirovograd, a causa di nuovi attacchi con droni e missili.

Secondo le forze armate ucraine, la Russia ha lanciato due missili balistici Iskander-M e 37 droni d’attacco Shahed, accompagnati da esche volanti. Le difese ucraine sono riuscite ad abbattere 32 droni, a colpire cinque velivoli senza pilota e due missili in almeno tre località.

Risposta russa: colpiti i cieli della Federazione

Dall'alltra parte del fronte il ministero della Difesa russo ha riferito che la sua contraerea ha abbattuto 74 droni ucraini in una vasta area che comprende le regioni di Bryansk, Rostov, Kaluga, Smolensk e Leningrado.

Particolarmente colpita la regione di Rostov, dove il governatore Yuri Slyusar ha riferito di attacchi ai centri di Kamensk-Shakhtinsky, Salsk, Volgodonsk e ai distretti di Bokovsky e Tarasovsky. A Salsk, una persona è morta. L’attacco ha interrotto la circolazione ferroviaria e provocato un incendio in un treno merci. Due carrozze di un treno passeggeri sono state danneggiate, ma nessun passeggero risulta ferito.

Trump: “Deluso da Putin”

Sul fronte diplomatico, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere “molto deluso” da Vladimir Putin, annunciando di aver ridotto il proprio ultimatum per un cessate il fuoco in Ucraina da 50 a 10-12 giorni. “Ho parlato molte volte con Putin – ha detto Trump – ma dopo ogni colloquio la Russia ha continuato ad attaccare”.

La tensione resta alta, mentre l’Ucraina continua a chiedere maggiori pressioni internazionali. “Il regime di Putin deve essere colpito con forza, economicamente e militarmente – ha detto Yermak – altrimenti la minaccia di una guerra su larga scala in Europa resterà reale”.

"Abbiamo preso atto della dichiarazione di ieri del presidente Trump", ha dichiarato ai media il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.

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