Su 4.000 corridori, solo il 6 per cento delle persone che partecipano alla tradizione secolare dell'encierro sono donne, secondo i dati del municipio di Pamplona
Vestita con l’iconico completo da corridore — camicia bianca e fascia rossa — Yomara Martínez, 30 anni, si è lanciata tra i tori in corsa per le strade acciottolate di Pamplona. Il suo gesto ha rotto non solo la paura, ma anche un tabù culturale ancora vivo: quello della presenza femminile in una delle tradizioni più maschili e pericolose di Spagna.
“Alla fine della giornata, il toro non conosce sesso, età o forma del corpo”, ha dichiarato. “Non importa se sei una donna”.
Durante il fine settimana dei festeggiamenti di San Fermín, le sue parole hanno echeggiato forti quanto il rombo degli zoccoli sull’asfalto.
Una tradizione secolare, ma a lungo vietata alle donne
La corsa dei tori, o encierro, richiama ogni anno migliaia di persone a Pamplona, nel nord della Spagna. Il percorso di 846 metri, percorso dai tori in meno di 4 minuti, è una delle prove più estreme per chi cerca l’adrenalina.
Eppure, fino al 1975, alle donne era formalmente vietato partecipare. Solo dopo l’abrogazione del decreto che lo proibiva, la presenza femminile ha iniziato ad affacciarsi lungo le barricate. Ma ci è voluto molto più tempo perché qualcuna decidesse davvero di correre.
Sempre più donne tra coraggio e paura
Oggi, seppur rare, le donne che corrono con i tori non sono più un’eccezione. Come Paula López, 32 anni, cresciuta in una famiglia appassionata di corride, che ha partecipato a una corsa per la prima volta quest’anno.
“Credo che molte donne vogliano provare, ma la paura le frena”, ha raccontato. “È complicato, ma è piuttosto eccitante”.
Il Festival di San Fermín, tuttavia, non è privo di ombre. La sua reputazione ha subito gravi colpi in passato, in particolare dopo il caso del 2016, quando una diciottenne fu violentata da cinque uomini che si facevano chiamare “La Manada” — il branco. Il caso provocò un’ondata di indignazione in tutta la Spagna.
Da allora, le autorità hanno rafforzato la presenza della polizia e varato misure di sicurezza per proteggere le donne durante la festa. Ma per molte, l’eco di quell’episodio rimane.
Tra spettacolo, pericolo e parità
Il contrasto tra la spettacolarità della corsa e i rischi, fisici e sociali, che comporta, rende l’evento una cartina di tornasole per la società spagnola. Sempre più donne si affacciano a uno spazio che per secoli è stato esclusivamente maschile, rivendicando la libertà di vivere la tradizione a modo proprio.
Come ha detto Martínez: “Corro non per dimostrare qualcosa, ma perché è parte della mia cultura. Il rischio lo corrono tutti. E io voglio esserci.”