Mentre la guerra tra Iran e Stati Uniti preoccupa il mondo, anche la diaspora iraniana in Italia vive giorni di ansia, rabbia e incertezza. Molti non riescono a contattare i familiari a causa del blocco di internet imposto dal regime. Alcuni studenti raccontano la paura di non poter tornare a casa
Sono circa 20.000 i cittadini iraniani che vivono oggi in Italia. Una comunità in crescita, alimentata negli ultimi anni dall’arrivo di numerosi studenti fuggiti dal proprio paese per proseguire gli studi negli atenei italiani. E sebbene non sia tra le più numerose d’Europa, anche qui la guerra in corso tra Iran e Stati Uniti scuote profondamente la diaspora persiana.
Le cronache raccontano il dramma di chi è rimasto sotto le bombe a Teheran e in altre città iraniane, ma anche la fortuna di chi è riuscito a lasciare il paese. È il caso di Fatemeh Sakhtemani, 36 anni, residente in Italia, rientrata da poco con il figlio dopo un viaggio in Iran. Appena atterrata a Malpensa ha dichiarato ai giornalisti: “Sono felice, ma anche preoccupata”. La sua apprensione è condivisa da molti iraniani in Italia, impossibilitati a contattare i familiari a causa del blocco di internet imposto dal regime.
Per evitare la diffusione di informazioni sensibili sugli attacchi condotti da Israele e Stati Uniti, Teheran ha infatti limitato l’accesso alla rete, nel tentativo anche di scoraggiare proteste. Solo pochi riescono a comunicare tramite Telegram grazie al sistema Starlink. Ma per la maggior parte, prevalgono frustrazione e rabbia.
“Sono molto arrabbiata con tutti”, dice Aria intervistata da Euronews, studentessa di economia alla Sapienza di Roma. “I Paesi europei guardano dall’altra parte mentre Israele commette crimini. A voi interessa solo sapere che Israele ha colpito obiettivi militari. Sapete quanti bambini ha già ucciso in Iran?” racconta. “Mio cugino era a lavoro quando ha saputo che la sua casa era stata bombardata: ha perso la moglie e il figlio di cinque anni.”
Anche Danial, 29 anni, studente alla Sapienza, vive con angoscia questi giorni. “Temo davvero che questa guerra possa diventare qualcosa di molto più grande”, racconta a Euronews. “Non abbiamo mai vissuto un conflitto. Avevo programmato di tornare a casa in estate, ma ora non sarà possibile. I dormitori chiudono, e non so dove andare.”
Tra le prime e seconde generazioni di iraniani in Italia, le opinioni su cosa potrebbe accadere dopo il conflitto divergono. Alcuni giovani, però, sperano in un cambiamento. “Siamo stanchi di questo regime brutale”, afferma Mina, anche lei studentessa. “Un regime che ci ha privato dei nostri diritti e ha attaccato le donne. Spero che dopo la guerra trionfi la democrazia.”