EuroVerify ha esaminato i fatti per costruire una cronologia degli incidenti che hanno provocato morti e feriti nei pressi dei siti di distribuzione della fondazione Ghf
Sono emerse narrazioni contrastanti a seguito di una serie di incidenti avvenuti nei pressi dei siti di distribuzione di aiuti alimentari da parte della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, nel sud-ovest della Striscia di Gaza. Secondo le testimonianze delle autorità locali gestite da Hamas, ma anche di testimoni oculari e di professionisti del settore medico, negli ultimi giorni le truppe della nazione ebraica hanno aperto il fuoco uccidendo numerosi palestinesi che cercavano disperatamente cibo.
Gli attacchi in questione sono stati segnalati nei pressi di tutti e tre gli hub della Ghf, e i più pesanti si sono verificati domenica e martedì. Le Nazioni Unite hanno chiesto un'indagine indipendente per comprendere quanto accaduto, ricordando a Israele che è tenuto a facilitare gli aiuti umanitari secondo il diritto internazionale.
EuroVerify ha esaminato i fatti per ha esaminato ricostruire in forma cronologica ciò che finora sappiamo.
31 vittime segnalate domenica
Domenica, 31 palestinesi sarebbero stati uccisi dagli spari dell'esercito israeliano mentre tentavano di accedere ai siti di distribuzione della Ghf, secondo quanto riferito dalle autorità locali gestite da Hamas. Per raggiungere tali siti a Rafah, i palestinesi devono camminare per chilometri lungo un percorso designato, che secondo la Ghf l'esercito israeliano manterrebbe sicuro. Per questo, la stessa Fondazione ha invitato le persone a rimanere su quella strada, sottolineando come abbandonarla rappresenti "un grande pericolo".
Prima dell'alba di domenica, migliaia di palestinesi si sono ammassati alla Flag Roundabout, che fa parte del percorso di accesso designato, a circa un chilometro a nord-ovest dell'hub di distribuzione della Ghf nel quartiere Tel al-Sultan di Rafah.
Medici senza frontiere e la Croce Rossa hanno riferito le testimonianze dei feriti
Alle 3 del mattino c'era già moltissima gente e, secondo i testimoni palestinesi, è a quell'ora che le truppe israeliane hanno iniziato a sparare sulla folla con armi, carri armati e droni. L'organizzazione non governativa Medici senza frontiere ha dichiarato che i pazienti - che hanno detto di essere stati colpiti dalle forze israeliane nei siti di distribuzione della Ghf - hanno iniziato ad arrivare all'ospedale Nasser di Khan Younis domenica mattina.
Un'altra organizzazione internazionale, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha dichiarato che domenica 179 adulti e bambini con ferite da schegge e da arma da fuoco sono arrivati all'ospedale da campo dell'organizzazione a Rafah. Secondo il CICR, le sue squadre mediche hanno dichiarato la morte di 21 persone al loro arrivo.
Israele ha negato che le sue forze abbiano aperto il fuoco contro i civili in fila per gli aiuti a Rafah. In un post condiviso su X, l'esercito ha bollato tali notizie come "false", affermando che un'indagine iniziale ha rilevato che le sue forze "non hanno sparato contro i chi si trovava vicino o all'interno del sito di distribuzione di aiuti umanitari".
La Ghf ha dichiarato a EuroVerify che domenica non si sono verificati incidenti all'interno o nelle vicinanze del loro sito di distribuzione, aggiungendo che non ci sono stati "né feriti né morti".
27 morti segnalati martedì
Martedì, il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che le forze israeliane hanno sparato e ucciso almeno 27 persone, ancora una volta vicino a un centro di distribuzione della Ghf. Anche in questo caso Israele ha negato che tale incidente sia avvenuto e sostiene di aver sparato solo colpi di avvertimento contro persone che sospettavano stessero deviando dalle vie di accesso designate al centro Ghf: "Le truppe hanno sparato un colpo di avvertimento e, dopo che i sospetti non si sono ritirati, altri colpi sono stati diretti verso singoli sospetti che avanzavano verso le truppe", ha dichiarato l'esercito in un post su X.
Le stesse fonti militari israeliane hanno aggiunto di essere a conoscenza delle vittime riportate e che sta indagando sull'incidente. Ma hanno ribadito che i soldati "non stanno impedendo l'arrivo di civili ai siti di distribuzione di aiuti umanitari. I colpi di avvertimento sono stati sparati a circa mezzo chilometro di distanza dal sito di distribuzione degli aiuti umanitari verso diversi sospetti che avanzavano verso le truppe in modo tale da costituire una minaccia per loro".
La Ghf, come nel caso di domenica, ha affermato che la distribuzione di cibo è avvenuta senza problemi all'interno del proprio perimetro e che era a conoscenza dell'indagine israeliana sui civili feriti.
Una pausa nella distribuzione da parte della Ghf
Mercoledì, la Ghf ha quindi dichiarato di aver sospeso la distribuzione di aiuti e di aver discusso con l'esercito israeliano le misure per migliorare la sicurezza dei civili, comprese modifiche alla gestione del traffico e all'addestramento delle truppe.
L'organismo ha iniziato a distribuire gli aiuti il 26 maggio, dopo che il blocco israeliano di tre mesi sugli aiuti in entrata a Gaza ha spinto la popolazione di oltre 2 milioni di persone sull'orlo della carestia. Tale distribuzione avviene solo negli hub sorvegliati da contractor armati. Dei tre hub aperti, uno si trova nel centro di Gaza e due nell'estremo sud, alla periferia della città meridionale di Rafah, per lo più disabitata.
Il divieto di Israele di accedere a Gaza da parte dei media internazionali - il che significa che i giornalisti devono accettare di effettuare un tour organizzato dall'esercito per entrare nel territorio - ha alimentato le speculazioni su quanto accaduto. La possibilità di verificare in modo indipendente i fatti rappresenta una necessità impellente.