Colpito l'ospedale al-Ahly, morti quattro reporter. La Gaza Humanitarian Foundation riprende la distribuzione degli aiuti dopo la sospensione di 24 ore a causa delle stragi intorno ai centri dei giorni scorsi
Un attacco di un drone israeliano contro l'ospedale al-Ahli di Gaza City, nel nord della Striscia, ha ucciso diverse persone mercoledì, tra cui almeno quattro giornalisti.
Tra loro, Ismail Badah e Sulaiman Haja che lavoravano per il canale Palestine Today, canale affiliato secondo media israeliani alla Jihad islamica, il secondo maggiore gruppo armato di Gaza dopo Hamas.
Israele ha bombardato in diverse zone della Striscia in giornata, con un bilancio complessivo di 52 deceduti, la maggior parte nell'area di Khan Younis.
I negoziati per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi sembrano sempre più lontani ed è arrivata la notizia che Israele ha recuperato due cadaveri di ostaggi, sorte purtroppo toccata a tanti tra la cinquantina di rapiti ancora nelle mani di Hamas secondo le stesse autorità israeliane.
"In un'operazione speciale condotta dallo Shin bet e dall'esercito nella Striscia di Gaza, i corpi di due dei nostri ostaggi detenuti dall'organizzazione terroristica assassina Hamas sono stati restituiti a Israele: Judih Weinstein-Haggai e Gad Haggai del kibbutz Nir Oz, che la loro memoria sia benedetta", ha comunicato sempre mercoledì il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Lo stesso premier ha accennato al fatto che il suo governo si sta coordinando clan a Gaza per creare un'alternativa ad Hamas, senza confermare le notizie sulla fornitura di armi alla famiglia Abu Shabab, come detto dall'ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman alla tv israeliana Kan.
È il clan beduino, che è stato visto negli scorsi mesi operare in una zona vicino al valico di Kerem Shalom, sotto il controllo militare israeliano, e saccheggiare gli aiuti.
Riprende la distribuzione di aiuti a Gaza
La Gaza Humanitarian Foundation ha ripreso le sue operazioni in due siti esistenti a Rafah e in uno nuovo nei pressi del quartiere Tel Sultan, dopo avere sospeso la distribuzione degli aiuti per oltre un giorno in seguito alla morte di decine di palestinesi, uccisi da militari israeliani mentre si avvicinavano per ottenere sacchi di cibo.
Nel giorno in cui sono morti altri giornalisti palestinesi a Gaza, dove non vengono ammessi ormai reporter internazionali se non in tour controllati dalle Forze di difesa israeliane, più di 130 testate giornalistiche e gruppi per la libertà di stampa hanno chiesto che Israele conceda ai giornalisti stranieri accesso alla Striscia.
Una lettera aperta, condivisa dal Comitato per la protezione dei giornalisti e da Reporter senza frontiere, ha definito le restrizioni quasi totali ai media “una situazione senza precedenti nelle guerre moderne”.
"Ad oggi, quasi 200 giornalisti sono stati uccisi dall'esercito israeliano. Molti altri sono stati feriti e devono affrontare costanti minacce alla loro vita per aver fatto il loro lavoro: testimoniare", denuncia la lettera.
A proposito del conflitto israelo-palestinese, "il governo è molto chiaro dall'inizio nel ricordare che questa guerra è stata iniziata da Hamas", ha detto giovedì Giorgia Meloni.
"La legittima reazione di Israele a questi inaccettabili attacchi terroristici", però ha concluso la premier, "ha assunto dei contorni inaccettabili che, dal nostro punto di vista, Israele deve fermare immediatamente, tutelando la popolazione civile".