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L’Ue rafforza la sua presenza nel Mar Nero: in arrivo un hub di sicurezza per fronteggiare le minacce russe e ambientali

Il Mar Nero ha acquisito un'importanza geostrategica a seguito della guerra della Russia contro l'Ucraina.
Il Mar Nero ha acquisito un'importanza geostrategica a seguito della guerra della Russia contro l'Ucraina. Diritti d'autore  Andreea Alexandru/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Andreea Alexandru/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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L’Ue annuncia una nuova strategia per il Mar Nero con un hub di sicurezza contro le minacce ibride, le mine e la flotta ombra russa. Kaja Kallas: "Regione chiave per commercio, energia e pace"

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L’Unione europea ha svelato una nuova e ambiziosa strategia per rafforzare la propria presenza nel Mar Nero, regione tornata al centro dell’interesse geopolitico internazionale a causa dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’aumento delle minacce ibride.

Al cuore di questa iniziativa, presentata dall’Alto rappresentante per gli affari esteri dell'Ue, Kaja Kallas, vi è l’istituzione di un hub di sicurezza marittima destinato a proteggere infrastrutture critiche, garantire la libertà di navigazione commerciale, neutralizzare le mine navali, combattere attività ostili e rispondere ai rischi ambientali.

Il Mar Nero è un crocevia strategico tra Europa e Asia centrale, fondamentale per la sicurezza, l’energia e il commercio dell’Unione”, ha spiegato Kallas. “Tuttavia, il suo potenziale è ostacolato dalla guerra della Russia e dalle continue violazioni dello spazio aereo e marittimo”.

Il progetto dell’hub, pur non ancora finanziato ufficialmente, rappresenta una chiara risposta all’espansionismo russo in Europa orientale e potrebbe svolgere anche un ruolo chiave nella supervisione di un eventuale processo di pace in Ucraina.

Strategia senza fondi dedicati, ma con ambizioni globali

Nonostante la portata della visione strategica, l’Unione europea non ha ancora previsto una dotazione finanziaria autonoma per implementarla. L’hub e le altre misure delineate nella strategia dovranno attingere da programmi esistenti, come SAFE, l’iniziativa Ue da 150 miliardi di euro di prestiti agevolati pensata per rafforzare le spese nel settore della difesa.

Il finanziamento definitivo, così come l’ubicazione e la governance operativa dell’hub, dipenderanno dai negoziati sul prossimo bilancio pluriennale 2028–2032. La Commissione europea prevede di presentare una prima proposta entro la fine dell’anno, dando il via a un processo negoziale complesso e potenzialmente divisivo tra gli Stati membri.

Bruxelles punta a convincere le capitali nazionali sottolineando l’importanza strategica e demografica dell’area del Mar Nero, che coinvolge 174 milioni di persone, include due Stati membri dell’Ue (Romania e Bulgaria) e quattro candidati all’adesione (Ucraina, Moldova, Georgia e Turchia). Una zona critica anche dal punto di vista energetico e ambientale, oltre che teatro di conflitti latenti e pressioni militari costanti.

Il pericolo crescente della “flotta ombra” russa

Uno dei fattori che ha accelerato la stesura della strategia europea è l’attività della cosiddetta “flotta ombra” russa: un insieme di petroliere vetuste e opache che navigano nel Mar Nero e nel Baltico per eludere il tetto al prezzo del petrolio imposto dal G7. Queste navi operano al di fuori dei normali circuiti assicurativi, utilizzano bandiere di comodo, falsificano dati AIS e spesso risultano invisibili ai satelliti, costituendo un rischio ambientale e di sicurezza senza precedenti.

Secondo quanto dichiarato da Kallas, la flotta ombra rappresenta oggi un problema crescente, con episodi sospetti di sabotaggi e vandalismi ai danni delle infrastrutture energetiche europee. L’Estonia ha avvertito che Mosca è pronta a impiegare risorse militari per difendere le sue petroliere dalla confisca o dalle ispezioni internazionali.

L’Alto rappresentante non ha escluso la possibilità di istituire una missione navale europea dedicata alla sorveglianza della flotta, pur ricordando i limiti imposti dal diritto internazionale. “Le discussioni sono in corso. Serve un’azione multilaterale, non solo europea, per affrontare minacce come questa”, ha chiarito Kallas.

Sicurezza, energia e clima: il Mar Nero come nuovo orizzonte strategico

La strategia della Commissione va oltre l’aspetto militare: tocca temi come i trasporti sostenibili, le reti digitali, la resilienza climatica e l’economia blu. L’obiettivo è trasformare il Mar Nero in uno spazio sicuro, connesso e sostenibile, valorizzando il suo potenziale commerciale ed energetico.

Tuttavia, la realizzazione concreta di questi obiettivi richiederà coordinamento politico, fondi dedicati e il coinvolgimento diretto degli attori regionali, dai partner NATO come la Turchia, fino ai Paesi candidati come Georgia e Moldavia.

Il futuro del Mar Nero si gioca dunque su un delicato equilibrio: da un lato, la necessità di contrastare la pressione militare russa e le minacce ibride; dall’altro, la costruzione di un ecosistema marittimo più stabile, integrato e prospero per milioni di europei. Per Bruxelles, il tempo delle strategie astratte sembra essere finito: il Mar Nero è diventato il nuovo fronte della sicurezza continentale.

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