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La Spagna vieta la registrazione dei figli nati all'estero tramite gestazione per altri

Una donna incinta
Una donna incinta Diritti d'autore  Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Christina Thykjaer & Euronews en español
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo la nuova direttiva, i bambini nati all'estero tramite gestazione per altri non possono essere registrati presso l'anagrafe. La normativa è anche in linea con la dottrina della Corte europea dei diritti dell'uomo

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Il ministero della Giustizia spagnolo ha emanato una nuova direttiva che impedirà l'iscrizione diretta nel registro civile spagnolo dei bambini nati fuori dal Paese attraverso la gestazione per altri (gpa), una pratica vietata in Spagna dal 2006.

Il provvedimento, che sarà pubblicato giovedì nella Gazzetta Ufficiale, obbliga coloro che ricorrono a questa procedura a dimostrare il legame biologico o ad avviare un processo di adozione.

Con questa direttiva, il Governo adegua la normativa nazionale alla recente giurisprudenza della Corte Suprema, che nel 2024 ha annullato un contratto di gestazione per altri convalidato giudizialmente negli Stati Uniti, sostenendo che questo tipo di accordo viola la dignità umana e non può essere riconosciuto in Spagna perché contrario all'ordine pubblico.

La decisione pone fine all'attuale normativa che consente la registrazione di minori attraverso risoluzioni straniere, anche in Paesi in cui la maternità surrogata è legale.

Secondo i dati ufficiali, solo nel 2023 sono stati registrati in Spagna 154 casi attraverso questo meccanismo.

Secondo i media locali, la modifica mira a impedire ai cittadini spagnoli di aggirare la legislazione nazionale ricorrendo alla gestazione per altri fuori dal Paese.

L'iniziativa risponde alle continue richieste delle organizzazioni femministe e dei difensori dei diritti dei bambini, che denunciano la mercificazione del corpo femminile e la strumentalizzazione dei neonati.

La posizione della Corte europea dei diritti dell'uomo

La Corte Suprema si era già pronunciata a riguardo lo scorso dicembre, affermando che la gpa trasforma donne e bambini in meri oggetti di scambio commerciale, minando la loro integrità morale.

Sulla stessa linea, l'Alta Corte ha affermato che l'interesse del bambino non può basarsi sui contratti firmati dai "genitori intenzionali", né sulla legalità di questi accordi in altri Paesi.

In Italia, per esempio, la gpa è un reato universale e può comportare pene detentive o pecuniarie.

Lo scorso anno il Paese ha esteso la perseguibilità del reato ai cittadini italiani che ricorrono alla gestazione per altri all'estero.

In molti altri Paesi, tuttavia, la pratica rimane legale.

La nuova direttiva spagnola è anche in linea con la dottrina della Corte europea dei diritti dell'uomo, che consente agli Stati membri di limitare o ostacolare questo tipo di pratica se la loro legislazione nazionale lo prevede.

Inoltre, dall'entrata in vigore della Legge organica sulla salute sessuale e riproduttiva e sull'interruzione volontaria della gravidanza nel 2023, la legislazione spagnola qualifica la gpa come una forma di violenza riproduttiva, rafforzando ulteriormente il rifiuto istituzionale di questa pratica.

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