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Kallas propone un piano per mobilitare fino a 40 miliardi di euro in aiuti militari per l'Ucraina

Kaja Kallas ha presentato un piano per mobilitare fino a 40 miliardi di euro di aiuti militari per l'Ucraina.
Kaja Kallas ha presentato un piano per mobilitare fino a 40 miliardi di euro di aiuti militari per l'Ucraina. Diritti d'autore  European Union, 2025.
Diritti d'autore European Union, 2025.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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La nuova iniziativa di Kaja Kallas si scontra con questioni irrisolte e resistenze politiche che minacciano di rallentare la sua approvazione e il suo lancio

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L'Alta rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas ha presentato un piano ambizioso per mobilitare fino a 40 miliardi di euro di nuovo sostegno militare all'Ucraina che, se realizzato, rappresenterebbe un raddoppio dell'assistenza alla difesa fornita dall'Unione europea lo scorso anno.

Il piano, già soprannominato "iniziativa Kallas" a Bruxelles, mira a soddisfare le esigenze prioritarie dell'Ucraina per combattere la guerra di aggressione russa, con particolare attenzione a munizioni per artiglieria, sistemi di difesa aerea, missili, droni e jet da combattimento.

Saranno prese in considerazione anche forniture non letali, come l'addestramento e l'equipaggiamento delle brigate ucraine, per garantire la partecipazione degli Stati membri neutrali.

Le donazioni possono essere effettuate attraverso consegne dirette di hardware o contributi finanziari, idealmente progettati per favorire gli acquisti da parte dell'industria della difesa ucraina, che si è espansa a ritmo sostenuto negli ultimi tre anni.

L'iniziativa dovrebbe avere un valore di "almeno 20 miliardi di euro" e "potenzialmente" raggiungere i 40 miliardi di euro, secondo l'ultima versione del documento datata 13 marzo e visionata da Euronews. Una precedente bozza non riportava una cifra economica chiara.

Com'è formulata "l'iniziativa Kallas"

La formulazione del piano è degna di nota. Si parla di Paesi "partecipanti", il che implica uno spostamento verso una "coalizione di volenterosi" che potrebbe - o meno - corrispondere ai 27 Stati membri.

L'Ungheria è diventata una dura critica dell'assistenza militare all'Ucraina, arrivando a bloccare le conclusioni congiunte di un vertice speciale la scorsa settimana. Il primo ministro Viktor Orbán ha descritto questa assistenza come un programma "a favore della guerra" che va contro l'obiettivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di raggiungere un accordo tra le parti in conflitto.

Per quasi due anni l'Ungheria ha mantenuto il veto su 6,6 miliardi di euro di fondi nell'ambito del Fondo europeo per la pace (Epf), destinato a rimborsare parzialmente gli Stati membri per le armi e le munizioni inviate all'Ucraina. I diplomatici hanno tentato diverse strade per aggirare Budapest e sbloccare l'Epf, ma nulla ha funzionato.

Kallas sembra intenzionata a evitare lo stesso errore e sta inquadrando la sua nuova iniziativa come uno schema volontario che potrebbe eludere il voto contrario dell'Ungheria. Anche la Slovacchia, altro strenuo critico dell'assistenza militare a Kiev, potrebbe opporsi.

L'ultima bozza dice che "gli Stati partecipanti sono incoraggiati" a fornire nuovi contributi, un linguaggio che sottintende la non obbligatorietà. L'impegno dovrà essere comunicato a Bruxelles entro il 30 aprile.

Inoltre, Kallas sta aprendo la coalizione a Paesi esterni al blocco, come il Regno Unito e la Norvegia, che sono stati strettamente coinvolti nelle discussioni in corso sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina. All'inizio di questo mese la Norvegia ha aumentato il suo impegno per il 2025 a 50 miliardi di corone norvegesi, pari a ben 8,19 miliardi di euro.

"L'iniziativa Kallas è aperta ai Paesi terzi", ha confermato venerdì un alto funzionario dell'Ue. "Più paesi partecipano, meglio è per soddisfare anche le esigenze dell'Ucraina di essere in una posizione forte nella traiettoria futura".

Ci sono delle questioni irrisolte

Il piano Kallas è stato oggetto di dibattito per diverse settimane a Bruxelles. Sarà ridiscusso lunedì durante una riunione dei ministri degli Affari esteri e giovedì durante un vertice dei leader dell'Ue.

La necessità di aumentare il sostegno all'Ucraina è diventata pressante in risposta alla virata dell'amministrazione Trump verso Mosca e alla retorica del presidente Usa sempre più critica nei confronti degli alleati europei.

L'Alta rappresentante vuole ricevere il via libera politico dagli Stati membri prima di trasformare il suo documento di tre pagine in un progetto più dettagliato. "Prima c'è la volontà politica, poi seguirà il resto", ha detto Kallas.

Tuttavia, non è previsto che si raggiunga un accordo in nessuno dei due incontri a causa di una serie di questioni tecniche e politiche irrisolte.

Kallas ha proposto che una "porzione" del contributo militare sia fornita "in linea" con il "peso economico" di ciascun Paese, utilizzando il reddito nazionale lordo (Rnl) come indicatore principale per garantire che i Paesi più grandi forniscano le donazioni maggiori.

Si ritiene che la Francia, ad esempio, si opponga a questa formula perché la costringerebbe a impegnarsi per l'intero anno con una cifra elevata, seconda solo alla Germania.

Secondo l'Istituto di Kiel per l'economia mondiale, la Francia si colloca al di sotto di Danimarca, Svezia e Paesi Bassi, Paesi molto più piccoli, quando si tratta di sostegno militare. Si dice che Parigi preferisca basare le sue disposizioni sui suoi cicli finanziari e sulle mutevoli esigenze dell'Ucraina sul campo.

Per altri governi, invece, l'indicatore più appropriato è il Rnl, che garantirebbe una distribuzione equa e proporzionata dell'onere. "Siamo molto favorevoli al piano, compreso il Rnl", ha dichiarato un diplomatico di alto livello, parlando a condizione di anonimato. "Vediamo se viene accettato dagli altri Stati membri".

"Il piano cerca di tracciare una nuova strada, ma è necessario discutere molto" prima di giungere a un accordo finale, ha aggiunto il diplomatico.

Un'altra questione che le capitali vogliono chiarire è la contabilità: come gli impegni presi negli ultimi mesi saranno considerati nella cifra collettiva. Il processo di contabilizzazione potrebbe incorporare il valore delle garanzie di sicurezza fornite all'Ucraina.

Questo potrebbe avvantaggiare la Francia, visto che il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato a che sarebbe disposto a mettere gli stivali sul terreno per salvaguardare un potenziale accordo di pace con la Russia.

I Paesi chiedono anche risposte su come l'iniziativa di Kallas integrerà i 18 miliardi di euro che l'Ue fornirà a Kiev come parte di un prestito straordinario sostenuto dagli extra-profitti sui beni congelati della Russia. La Commissione europea, che ha progettato il prestito, ha promesso la "massima flessibilità" per consentire all'Ucraina di utilizzare la necessaria iniezione di liquidità per acquistare armi e munizioni avanzate.

C'è un'ulteriore domanda su quanto il piano sarà efficace nella pratica se, fin dall'inizio, è stato costruito come uno schema volontario senza una solida base legale.

"È stato fatto su base volontaria per aggirare l'Ungheria", ha detto un alto diplomatico di un altro Paese. "Ci aspettiamo che gli altri uniscano le forze e facciano seguire i fatti alle parole". "È un accordo politicamente vincolante, quindi ci aspettiamo che tutti lo rispettino".

Alice Tidey ha contribuito con un servizio.

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