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L'ultima resistenza dell'atlantismo: il tentativo di Meloni di mantenere uniti Europa e Usa

La premier italiana Giorgia Meloni
La premier italiana Giorgia Meloni Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gerardo Fortuna & Vincenzo Genovese
Pubblicato il
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La premier italiana rimane una delle più forti sostenitrici del mantenimento del continente sotto la protezione americana, mentre alcuni leader europei ritengono che l'Europa debba rafforzare la propria autonomia strategica

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La premier Giorgia Meloni è arrivata ieri a Bruxelles per il vertice straordinario dell'Unione Europea tenendo fede al mantra che aveva lanciato al vertice informale di domenica scorsa a Londra: la difesa europea non è sostenibile senza il pieno coinvolgimento della Nato.

Questa posizione è diversa da quella del presidente francese Emmanuel Macron, che sta guidando gli sforzi di coloro che interpretano i recenti cambiamenti politici degli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump come un segnale per l'Europa di rafforzare la propria autonomia strategica.

Mentre Macron ha proposto di estendere la protezione nucleare della Francia all'intero continente come ulteriore garanzia di sicurezza per gli alleati dell'Ue, Meloni ha riaffermato il suo impegno nei confronti del tradizionale atlantismo, una dottrina che sostiene una stretta alleanza tra gli Stati Uniti e l'Europa su questioni politiche, economiche e di difesa sin dalla Seconda guerra mondiale.

Mentre l'Europa è alle prese con realtà geopolitiche mutevoli, Meloni sta cercando di mediare tra i leader dell'Ue, molti dei quali sembrano ora disposti a sostenere la visione di Macron di mantenere i legami con la Nato, rafforzando al contempo le capacità di difesa europee nel caso in cui gli Stati Uniti stacchino la spina all'alleanza transatlantica.

Mantenere unito il campo occidentale

La spinta all'autosufficienza europea sta guadagnando terreno anche al di fuori della Francia.

L'alta rappresentante per la politica estera dell'Ue Kaja Kallas ha recentemente intensificato il dibattito a seguito delle tensioni tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, postando su X: "È diventato chiaro che il mondo libero ha bisogno di un nuovo leader. Sta a noi, europei, raccogliere questa sfida".

Per l'Italia, colmare questi divari ideologici è fondamentale per mantenere l'unità della Nato. "Ciò che è evidente in questa situazione è la necessità di mantenere l'unità, non solo all'interno dell'Unione Europea, ma più in generale all'interno del campo occidentale", come ha dichiarato una fonte diplomatica in vista del vertice Ue.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, a Bruxelles per una riunione del Partito Popolare Europeo, ha rafforzato questa prospettiva: "Garantire la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa senza una forte relazione transatlantica e senza la Nato è assolutamente impossibile".

Il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni
Il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni AP Photo

Gli stretti legami di Meloni con Trump

Al di là del suo impegno per l'unità transatlantica, Meloni rimane una delle poche potenziali alleate di Trump in Europa. Il presidente americano l'ha salutata come "una donna fantastica" e "un grande leader". Meloni ha fatto leva su questo e vuole mantenere il legame.

A gennaio si è recata nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, per coordinare gli sforzi per il rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala, imprigionata in Iran. Questo successo diplomatico ha rafforzato la sua posizione interna.

In un recente discorso, Meloni ha cercato di placare le preoccupazioni sull'impegno di Trump nei confronti dell'Europa: "I nostri avversari sperano che Trump si allontani, ma questo non accadrà. Lo conosco: è forte ed efficace. Scommetto che dimostreremo che si sbagliano".

Un compromesso "difficile da attuare"

In questo senso e nel tentativo di trovare una via di mezzo tra l'opposizione di Trump all'adesione dell'Ucraina alla Nato e la necessità di offrire a Kiev garanzie di sicurezza, Meloni ha proposto una soluzione di compromesso.

Ha suggerito di estendere all'Ucraina l'articolo 5 della Nato, la clausola di difesa collettiva, senza che al territorio venga concessa l'effettiva adesione all'Alleanza. Questo porrebbe l'Ucraina sotto l'ombrello protettivo della Nato, evitando però un impegno formale.

Il politologo Lorenzo Castellani dell'Università Luiss Guido Carli di Roma ha affermato che il piano sarebbe "giuridicamente discutibile e difficile da attuare a livello politico".

"In pratica significa che se Putin rompe la tregua dopo il congelamento del conflitto, la Nato interviene. Meloni è consapevole che questo tipo di piano di deterrenza non sarebbe mai accettato dalla Russia", ha detto l'esperto.

Inoltre, il dispiegamento di truppe italiane in Ucraina rimane politicamente insostenibile. "L'opinione pubblica italiana è molto più contraria all'aumento delle spese militari e all'invio di armi in Ucraina rispetto a Francia, Germania o Regno Unito", ha osservato Castellani.

Le sfide politiche interne alla coalizione di governo

Meloni ha ostacoli anche all'interno del suo stesso governo. I suoi partner di coalizione, Forza Italia e Lega, sono divisi sul sostegno militare all'Ucraina e sulla strategia di difesa europea.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani AP Photo

Forza Italia, guidata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, è pienamente allineata con l'approccio cauto di Meloni.

Il partito sostiene gli aiuti militari a Kiev e appoggia il piano ReArm Europe della Commissione europea, che mira a potenziare le capacità di difesa dell'Ue.

La Lega, invece, rimane scettica nei confronti delle iniziative di difesa dell'Ue e ha riposto la sua fiducia nei potenziali negoziati di Trump con la Russia.

Il ministro delle Finanze leghista Francesco Giorgetti ha criticato la strategia di difesa dell'Ue definendola "affrettata e illogica".

Meloni sta quindi navigando in modo attento per mantenere un'inclinazione verso gli Stati Uniti, sia per giocare sui suoi punti di forza politici, sia come mezzo per preservare la sua base di potere interno.

Ma se attualmente il suo profilo appare basso nel contesto dei vertici della crisi, con l'evolversi degli eventi potrebbe essere destinata a un ruolo più di primo piano.

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