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Elezioni in Kosovo: urne aperte, crisi economia e tensioni etiche al centro della campagna

Studenti sollevano la bandiera del Kosovo durante una cerimonia di celebrazione dell'indipendenza in una scuola di Sllovi, 16 febbraio 2018
Studenti sollevano la bandiera del Kosovo durante una cerimonia di celebrazione dell'indipendenza in una scuola di Sllovi, 16 febbraio 2018 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Gavin Blackburn & Marco Fazzini Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il voto in Kosovo è considerato un test chiave per il primo ministro in carica Albin Kurti. In caso di mancata maggioranza, gli altri partiti potrebbero allearsi per formare un nuovo governo

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Urne aperte Kosovo per le elezioni legislative che si svolgono in un contesto di economia in difficoltà e di rinnovate tensioni tra l'etnia albanese e quella serba.

Gli aventi diritto al voto voteranno per eleggere 120 legislatori tra 26 raggruppamenti politici e un candidato indipendente, in quello che viene visto come un test chiave per il primo ministro in carica Albin Kurti.

È la prima volta, dall'indipendenza del 2008, che il parlamento del Kosovo completa un mandato di quattro anni.

Si tratta del nono voto parlamentare in Kosovo dalla fine della guerra del 1998-1999 tra le forze governative serbe e i separatisti di etnia albanese, che hanno spinto le forze serbe a ritirarsi dopo una campagna aerea della Nato durata 78 giorni. La Serbia non riconosce l'indipendenza del Kosovo, proclamata nel 2008.

I rischi per la formazione di un nuovo governo in Kosovo

Il partito di sinistra Vetevendosje! o Movimento per l'Autodeterminazione di Kurti è visto come il candidato principale, ma non si prevede che ottenga la maggioranza necessaria per governare da solo, lasciando aperta la possibilità che gli altri due principali contendenti si uniscano se non riusciraà a formare un gabinetto. "Il 9 febbraio votiamo per il futuro", ha detto Kurti, "votiamo per Vetevendosje!".

Gli altri contendenti sono il Partito Democratico del Kosovo (PDK), i cui ex leader si trovano presso un tribunale dell'Aia accusati di crimini di guerra, e la Lega Democratica del Kosovo (LDK), il più antico partito del Paese che ha perso gran parte del suo sostegno dopo la morte nel 2006 del suo leader, Ibrahim Rugova.

Le promesse dei partiti in campagna elettorale in Kosovo

Durante la campagna elettorale i partiti hanno fatto grandi promesse per aumentare gli stipendi e le pensioni pubbliche, migliorare i servizi educativi e sanitari e combattere la povertà. Tuttavia, non hanno spiegato da dove proverranno i soldi, né come attireranno maggiori investimenti stranieri.

"Abbiamo un piano per ogni città, ogni famiglia, ogni persona", ha dichiarato Bedri Hamza del PDK. "Abbiamo un'alternativa per garantire una vita migliore in Kosovo", ha detto Lumir Abdixhiku dell'LDK.

Crisi economica anche a causa del blocco di Usaid

Il Kosovo, con una popolazione di 1,6 milioni di abitanti, è uno dei Paesi più poveri d'Europa, con un Pil annuale inferiore a 6.000 euro a persona.

Il Kosovo sta soffrendo anche dopo che Washington ha imposto un congelamento di 90 giorni dei finanziamenti per diversi progetti attraverso l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), che è stata fondamentale per promuovere la crescita del Paese.

Gli Stati Uniti hanno investito 1,94 miliardi di euro in Kosovo dal 1999, compresi gli investimenti di oltre 970 milioni di euro da parte di Usaid.

Il voto determinerà anche chi guiderà la parte kosovara nei negoziati di normalizzazione con la Serbia, in fase di stallo, facilitati dall'Unione europea per avvicinare entrambe le parti all'adesione al blocco.

I difficili rapporti con Ue e Usa per la stabilizzazione dei rapporti con la Serbia

Kurti è stato in contrasto con le potenze occidentali per alcune azioni del gabinetto dello scorso anno, come il divieto di utilizzare il dinaro serbo e i trasferimenti dalla Serbia ai cittadini del Kosovo che dipendono da servizi e pagamenti sociali.

Washington, Bruxelles e la forza di stabilizzazione Kfor guidata dalla Nato hanno esortato il governo di Pristina ad astenersi da azioni unilaterali, temendo il riaccendersi di un conflitto interetnico.

L'Ue ha sospeso i finanziamenti per alcuni progetti quasi due anni fa. Bruxelles ha già posto le condizioni per la graduale revoca della misura temporanea, legata all'adozione da parte del Kosovo di misure per attenuare le tensioni nel nord, dove vive la maggior parte della minoranza serba.

"Il nuovo governo deve compiere passi decisivi per ripristinare la credibilità e il partenariato con l'Ue e gli Stati Uniti, compreso l'adempimento di tutti gli obblighi derivanti dal dialogo con la Serbia", ha dichiarato l'analista Ilir Deda.

I colloqui di normalizzazione con la Serbia hanno ricevuto poca attenzione durante la campagna elettorale, sebbene le loro relazioni rimangano tese.

"L'Ue si aspetta che il nuovo governo del Kosovo si impegni in modo costruttivo nel dialogo di normalizzazione con la Serbia. Si tratta di un aspetto fondamentale per il percorso di integrazione sia della Serbia che del Kosovo", ha dichiarato un portavoce della Commissione europea.

Sia l'Ue che gli Stati Uniti hanno esortato le due parti ad attuare gli accordi raggiunti due anni fa, tra cui l'impegno del Kosovo a creare un'Associazione dei Comuni a maggioranza serba. Ci si aspettava anche che la Serbia rispettasse il riconoscimento de facto del Kosovo.

La Kfor ha aumentato la sua presenza in Kosovo dopo le tensioni degli ultimi anni e ne ha aggiunte altre per il periodo delle elezioni parlamentari.

Un gruppo di 100 osservatori dell'Unione europea, 18 del Consiglio d'Europa e molti altri di organizzazioni internazionali o locali monitoreranno il voto.

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