Il capo del partito di estrema destra austriaco FPÖ, Herbert Kickl, ha invitato il Partito Popolare Austriaco conservatore a colloqui di coalizione dopo essere stato incaricato di formare un governo
Il leader dell'estrema destra austriaca FPÖ, Herbert Kickl, ha invitato il Partito Popolare Austriaco (ÖVP) a partecipare a colloqui di coalizione, dopo che il suo esponente di spicco e cancelliere incaricato, Karl Nehammer, non è riuscito a formare un governo.
Kickl ha dichiarato che, sebbene il suo partito abbia ottenuto il 28,8% dei voti nelle elezioni di settembre, è necessario trovare una base comune sostenibile per formare una coalizione stabile.
Constatato il fallimento di Nehammer, il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, non ha potuto che cedere l'incarico a Kickl, che ha quindi aperto i colloqui con l'ÖVP per formare un governo.
La necessità di una base comune
In modo molto pragmatico, in conferenza stampa, Kickl ha sottolineato oggi l'importanza di onestà e chiarezza sui punti fondamentali durante i colloqui soprattutto per evitare elezioni anticipate.
Il Partito Popolare Austriaco ha accettato di partecipare ai colloqui di coalizione con l'FPÖ, nonostante le precedenti resistenze.
Ma la base elettorale fa fatica ad avere fiducia. Secondo quanto riportato da alcune voci raccolte da euronews, molti cittadini esprimono perplessità di fronte alla complessità della situazione politica attuale. C'è scetticismo riguardo alla formazione di una possibile coalizione tra i due partiti di destra, e alcuni arrivano addirittura a sostenere che la democrazia in Europa sia in grave pericolo e stia "scomparendo".
La preoccupazione tedesca
La strada verso il cancellierato per Herbert Kickl e il primo governo di destra in 80 anni di storia della Repubblica austriaca sembra ormai tracciata. E le vicende politiche austriache sono ovviamente osservate speciali da parte della vicina Germania.
Molti politici tedeschi, impegnati nella campagna elettorale per il voto del 23 febbraio, hanno interpretato, infatti, l'incarico a Kickl come un monito per la Germania.
Il vicecancelliere e leader dei Verdi, Robert Habeck, ha dichiarato apertamente di temere che dopo il voto si possa creare uno scenario simile a quello di Vienna, dove "i partiti darebbero priorità alle tattiche piuttosto che alla formazione di alleanze, favorendo così i populisti".
Preoccupazioni simili sono state espresse anche dai socialdemocratici e dai liberali.