Con la vittoria quasi certa del centrosinistra, il prossimo Parlamento e il governo della Romania continueranno sul solco europeista, pro-Nato e pro-Ucraina nonostante l'avanzata degli ultranazionalisti
Con oltre il 98 per cento dei voti scrutinati, il Partito socialdemocratico di sinistra (Psd) al governo in Romania si avvia a vincere le elezioni parlamentari tenutesi domenica.
Il centrosinistra ha ottenuto poco meno del 23 per cento dei voti, con un vantaggio di quasi cinque punti sull'Alleanza di estrema destra per l'unità dei romeni (Aur), che è al secondo posto con poco più del 18 per cento.
Il Partito nazionale liberale (Pnl), di centro-destra, si è attestato intorno al 14,5 per cento, mentre il partito riformista Unione Salva la Romania (Usr) si è fermato all'11,9 per cento.
Altri tre partiti sono riusciti a superare la soglia del 5 per cento necessaria per entrare in Parlamento.
Il partito di estrema destra S.O.S Romania, l'Alleanza democratica degli ungheresi in Romania e il poco conosciuto Partito dei giovani di destra hanno ottenuto rispettivamente il 7,5, il 6,5 e il 6,2 per centi
Il voto legislativo è arrivato una settimana dopo un primo turno presidenziale molto discusso, che ha visto il candidato populista indipendente di estrema destra Călin Georgescu ottenere il maggior numero di voti.
Il primo ministro in carica Marcel Ciolacu è arrivato terzo alle elezioni presidenziali e si è dimesso da leader del Psd.
Ha avvertito che "dobbiamo guardare con attenzione" ai risultati, indicando che i rumeni hanno inviato un "segnale importante alla classe politica".
Georgescu affronterà ora la candidata dell'Usr, Elena Lasconi, in un ballottaggio fissato per l'8 dicembre.