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Kamala Harris potrebbe fare pressioni sull'Unione europea su commercio e politiche estere

Kamala Harris saluta dall'Air Force One.
Kamala Harris saluta dall'Air Force One. Diritti d'autore  Jeff Chiu/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Jeff Chiu/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Gregoire Lory
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L'Unione europea sarebbe favorevole a una vittoria democratica negli Stati Uniti, spiegano gli analisti. Ma le politiche di Kamala Harris potrebbero mettere il blocco europeo sotto pressione

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Una vittoria della candidata democratica Kamala Harris alle elezioni presidenziali statunitensi potrebbe essere accolta con grande favore in Europa. Secondo gli analisti la sua presidenza potrebbe rappresentare un segnale di continuità transatlantica su questioni che vanno dal sostegno all'Ucraina al commercio.

I politici europei valuteranno come le elezioni americane potrebbero influenzare le relazioni commerciali e la sicurezza del continente, nonché la resistenza di Kiev contro l'invasione della Russia.

"Nel complesso, possiamo presumere che a livello europeo, a livello multilaterale, a livello di politica estera globale, sarà una continuazione di ciò che Joe Biden ha fatto finora", ha detto Serge Jaumain, professore alla Libera Università di Bruxelles.

Una delle questioni più urgenti in termini di relazioni tra Stati Uniti e Unione europea sotto il nuovo presidente sarà quello dell'aiuto all'Ucraina. Washington ha fornito a Kiev decine di miliardi di dollari in assistenza militare e finanziaria - più di qualsiasi altro alleato - dall'invasione nel febbraio 2022.

Harris ha promesso di seguire le orme del presidente Joe Biden e di continuare la politica di sostegno al Paese, a differenza di Trump, che ha criticato il livello di assistenza fornito degli Stati Uniti a Volodymyr Zelenky. L'Ue e i suoi Stati membri hanno finora fornito almeno 57 miliardi di euro in aiuti finanziari.

Secondo gli analisti, il blocco spera in una vittoria di Harris per mantenere lo status quo in termini di finanziamenti anche in futuro.

Bart Szewczyk, analista del German Marshall Fund, ha affermato che la "sfida comune" per gli Stati Uniti e l'Europa è quella di aiutare l'Ucraina a prevalere garantendo la continuità delle forniture di armi e dell'assistenza finanziaria all'Ucraina".

Tuttavia, anche se una presidenza democratica potrebbe essere una buona notizia per l'Europa, Kamala Harris potrebbe comunque chiedere al blocco europeo di contribuire con una quota maggiore di aiuti per Kiev. La ragione sta nel fatto che potrebbe avere difficoltà a far passare un sostegno significativo all'Ucraina attraverso il prossimo Congresso degli Stati Uniti, avvertono gli esperti.

La barriera commerciale

Sulle questioni commerciali, Harris come presidente sarebbe una proposta più semplice per l'Europa rispetto a Donald Trump, che ha giurato di imporre tariffe del 10-20 per cento sulle importazioni da tutti i Paesi e dazi del 60 per cento sull'import dalla Cina.

Ciò avrebbe un impatto enorme sul commercio Ue-Usa. Il mese scorso Trump ha avvertito che, se vincerà le elezioni, l'Ue "pagherà un prezzo elevato" per non aver acquistato abbastanza merci americane.

Secondo gli analisti intervistati, Harris rappresenterebbe principalmente un approccio già conosciuto, anche se potrebbe fare pressione sull'Ue affinché assuma una posizione sempre più dura nei confronti della Cina, sia con restrizioni più forti sul commercio di tecnologie avanzate che con dazi doganali più elevati sui beni cinesi importati.

Ci sono alcune difficoltà da risolvere tra l'Unione europea e gli Usa, come le tariffe sull'acciaio e l'alluminio europei. Gli Stati Uniti hanno annullato le tariffe introdotte da Trump nel 2018 sull'import di questi metalli dall'Ue e si prevede che i negoziati continueranno dopo le elezioni per trovare una soluzione definitiva, ha dichiarato Szewczyk.

Sotto un'amministrazione Harris, "la politica commerciale e la creazione di relazioni commerciali costruttive con alleati e partner continueranno", ha aggiunto.

Se da un lato l'Europa spera nella continuità e nella coerenza delle relazioni con la prossima amministrazione statunitense, dall'altro il blocco potrebbe doversi preparare a un cambiamento con un Paese che guarda sempre più all'interno, indipendentemente dalla sua leadership politica, avvertono gli analisti.

"Oggi negli Stati Uniti c'è una tendenza sempre più isolazionista e sempre più attenta a difendere gli interessi degli americani, a prescindere dalle conseguenze", ha detto Jaumain.

"E c'è anche il desiderio di ritirarsi gradualmente da diverse questioni internazionali per concentrarsi innanzitutto sugli Stati Uniti".

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