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L'Ucraina verso la sospensione di alcuni diritti umani garantiti dalla Cedu

Un cannone Bohdana, Lviv, Ucraina, 27 aprile 2024
Un cannone Bohdana, Lviv, Ucraina, 27 aprile 2024 Diritti d'autore Mads Claus Rasmussen/Ritzau Scanpix
Diritti d'autore Mads Claus Rasmussen/Ritzau Scanpix
Di Euronews
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In conformità con l'articolo 15 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in caso di circostanze eccezionali, uno Stato contraente può derogare, in maniera limitata e controllata, all'obbligo di garantire alcuni diritti e libertà tutelati dalla Convenzione

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Domenica 28 aprile l'Ucraina ha ufficialmente notificato al Consiglio d'Europa di voler sospendere parzialmente i suoi obblighi nell'ambito della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In base alla legge marziale in vigore nel Paese dall'inizio dell'invasione russa, diversi articoli della Costituzione sono parzialmente sospesi, come consentito dall'articolo 15 della Cedu. 

Cosa prevede l'articolo 15 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo

In caso di circostanze eccezionali, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo consente a uno Stato contraente di derogare, in maniera limitata e controllata, all'obbligo di garantire alcuni diritti e libertà tutelati dalla Convenzione

Con la legge marziale la libertà di movimento può essere limitata, lo Stato ucraino è inoltre legittimato a reclutare i cittadini per rafforzare la difesa del Paese. 

La discussa nuova legge sulla mobilitazione

Le restrizioni sono legate anche alla recente legge sulla mobilitazione, approvata in seconda lettura dalla Verkhovna Rada l'11 aprile. In vigore dal 18 maggio prossimo, la nuova legge prevede l’abbassamento dell’età di leva da 27 a 25 anni

La scorsa settimana il governo di Kiev ha dichiarato che gli uomini tra i 18 e i 60 anni ritenuti idonei al servizio militare potranno rinnovare il proprio passaporto solo all'interno dell'Ucraina.

Di recente, le autorità avevano introdotto anche il divieto nei consolati di rilasciare nuovi documenti d'identità agli ucraini che vivono e lavorano all'estero per indurli al rientro in patria.

Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha definito la misura un “trattamento equo" e ha sottolineato che “se la gente pensa che qualcuno al fronte combatte e dà la vita per questo Stato e qualcuno se ne starà invece all'estero, non è così che funziona”.

Secondo Eurostat 860mila uomini di età pari o superiore ai 18 anni vivono nei Paesi dell'Ue (su un totale di 4,3 milioni di ucraini).

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