Il dibattito sul futuro del Patto dei Verdi riaccende le profonde divisioni tra candidati di destra e di sinistra in Francia, che si sono confrontati nelle aule dell' Università di Angers
Davanti a un'aula gremita dell'Università di Angers, nella Francia occidentale, la posizione di ciascun candidato alle elezioni europee sull'ambiente comincia a diventare più chiara.
Si è trattato del terzo dibattito tra i capilista delle liste per le elezioni europee del 9 giugno, e del primo interamente incentrato sulla crisi climatica. Durante il confronto, tutti i candidati hanno affermato che il loro partito è impegnato nella lotta al cambiamento climatico.
Estrema destra e conservatori contro il Green Deal
Ma sia i partiti di estrema destra che quelli conservatori si sono opposti frontalmente al Green Deal, facendo leva sull'ondata di proteste degli agricoltori che ha colpito la Francia e altri Paesi europei.
Valérie Hayer, capo del partito Renaissance del presidente Emmanuel Macron, ha difeso il Green Deal e ha proposto anche un "Blue Deal" europeo. "Dobbiamo proteggere gli oceani, vietare l'estrazione in alto mare e combattere l'inquinamento da plastica. Questa è la mia proposta che porterò avanti", ha dichiarato l'eurodeputata.
Su X Hayer ha scritto inoltre che il partito vuole allontanare i combustibili fossili attraverso le energie rinnovabili e l'energia nucleare.
Ampio sostegno al nucleare sia a destra che a sinistra
Il candidato di sinistra ed europarlamentare Raphael Glucksmann ha invocato un protezionismo ecologico europeo e ha apertamente espresso il suo sostegno allo sviluppo dell'energia nucleare francese per raggiungere un continente a emissioni di carbonio zero entro il 2050, l'obiettivo principale del Green Deal firmato nel 2019.
Anche François-Xavier Bellamy, il candidato di destra che rappresenta Les Républicains, si è dimostrato un forte sostenitore dell'energia nucleare, ma a differenza delle sue controparti di sinistra ha affermato che la ricerca tecnologica e lo sviluppo di combustibili a basso contenuto di carbonio sono la chiave per ridurre le emissioni piuttosto che ridurre i consumi.
Un'altra candidata di sinistra che rappresenta La France Insoumise (Lfi), Manon Aubry, ha dichiarato di essere pronta a tassare alcuni beni di lusso come gli yacht per finanziare mezzi di trasporto più ecologici. Invece l'europarlamentare dei Verdi Marie Toussaint ha rimproverato agli altri candidati di aver bloccato qualsiasi progresso per quanto riguarda gli obiettivi del Green Deal.
"Quello che avete sentito durante questo dibattito sono candidati che affermano che il cambiamento climatico è importante per loro e che ritengono importante continuare a lottare per l'ambiente. Non lasciatevi ingannare. Oggi il Green Deal è minacciato. Minacciato perché la maggior parte dei partiti qui presenti sta minando qualsiasi progresso per la lotta contro il cambiamento climatico e la giustizia sociale", ha dichiarato Toussaint.
Il Rassemblement National (ex Front National) si astiene dai dibattiti
L'unico assente: Jordan Bardella, capo del partito di estrema destra Rassemblement National, attualmente in testa nei sondaggi.
Il partito ha invece preferito inviare Jean-Philippe Tanguy, il vicepresidente, che non è nemmeno candidato alle elezioni europee. Tanguy ha difeso la mossa: "Non si può fare una campagna elettorale incontrando solo esperti (di clima). Jordan Bardella è sul campo. So che gli altri candidati non vanno a incontrare gli elettori, mentre noi lo facciamo".
"Non mi sorprende che non si presenti mai ai dibattiti, perché quando non è il suo argomento preferito, come l'immigrazione, balbetta e balbetta. Cambia idea in continuazione. È il simbolo di ciò che è l'estrema destra oggi", ha dichiarato a Euronews Marie Toussaint, europarlamentare dei Verdi.
Ogni candidato aveva a disposizione solo due minuti e mezzo per esprimere il proprio punto di vista su quattro argomenti diversi, come la sovranità energetica e l'eliminazione graduale delle auto diesel, il che ha limitato il confronto tra i politici. Il risultato è stato una discussione pacata piuttosto che un dibattito (come ci si aspettava) acceso.