Il Consiglio Ue ha approvato il nuovo accordo provvisorio con il Parlamento europeo sulle norme per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali, come Uber o Deliveroo
Via libera del Consiglio europeo all'accordo sulle tutele per i rider: le nuove regole avranno l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e regolare l'uso degli algoritmi da parte delle piattaforme digitali.
L**'intesa era tornata al negoziato a febbraio**a causa dello stop dello scorso dicembre degli Stati all'accordo raggiunto in precedenza.
Le norme sono state proposte per la prima volta dalla Commissione nel dicembre 2021, per tutelare i lavoratori di app come Uber, Deliveroo e Glovo, spesso trattati come lavoratori autonomi nonostante siano soggetti a regole simili a quelle dei normali dipendenti.
Secondo la legge l'uso di algoritmi sarà reso più trasparente, per garantire che i sistemi automatizzati siano monitorati da personale qualificato e che i lavoratori abbiano il diritto di contestare le decisioni automatizzate.
Le nuove regole riguardano 28 milioni di lavoratori in base ai dati del 2022
Il testo concordato rappresenta un equilibrio tra il rispetto dei sistemi lavorativi nazionali e la garanzia di standard minimi di tutela: le nuove regole riguardano 28 milioni di lavoratori in base ai dati del 2022, che secondo le stime delle istituzioni comunitarie diventeranno 43 milioni entro il 2025.
"Si tratta del primo atto legislativo dell’UE che regola la gestione algoritmica sul posto di lavoro e stabilisce standard minimi europei per migliorare le condizioni di lavoro di milioni di lavoratori tramite piattaforma in tutta l’Ue - ha dichiarato Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro belga e ministro dell'Economia e dell'Occupazione -. L'accordo confermato oggi si basa sugli sforzi delle precedenti presidenze del Consiglio e riafferma la dimensione sociale dell'Unione europea".
I prossimi passi da adottare
Lo scorso mese durante il Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione europea, i governi di Francia, Germania, Grecia ed Estonia si erano astenuti dal voto sull’ultima versione della direttiva.
Il testo dell'accordo sarà ora messo a punto in tutte le lingue ufficiali e adottato formalmente dal Consiglio e Parlamento europei. Una volta completate le fasi formali dell'adozione, gli Stati membri avranno due anni per recepire le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale.