Il braccio di ferro tra Commissione Ue e Ungheria è al capolinea

La decisione della Commissione europea di sbloccare i fondi di coesione per l'Ungheria arriva mentre il primo ministro Viktor Orbán minaccia di porre il veto ai negoziati di adesione con l'Ucraina.
La decisione della Commissione europea di sbloccare i fondi di coesione per l'Ungheria arriva mentre il primo ministro Viktor Orbán minaccia di porre il veto ai negoziati di adesione con l'Ucraina. Diritti d'autore European Union, 2023.
Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Jorge LiboreiroGianluca Martucci
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Bruxelles procederà presto al pagamento dei circa 10 miliardi di euro di fondi di Coesione per l'Ungheria, bloccati per la disputa sulle persistenti preoccupazioni sullo stato di diritto

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La riforma giudiziaria adottata a maggio 2023 potrebbe permettere al governo ungherese di incassare fino a 10 miliardi di euro dei fondi della politica di Coesione bloccati per i timori della Commissione europea sul rispetto dello stato di diritto. Bruxelles aveva chiesto a Budapest di dare più garanzie sull'indipendenza dei giudici sulla base di 27 "super-obiettivi".

Le "super tappe" sono una serie di obiettivi politici e legislativi che l'Ungheria deve raggiungere per ottenere lo sblocco di 21,7 miliardi di euro di fondi per la Coesione ora bloccati, e per accedere ai 10,4 miliardi di euro stanziati per il suo piano nazionale di ripresa e resilienza.

La riforma approvata a maggio è considerata soddisfacente per sbloccare una parte dei fondi destinati alle aree meno sviluppate. Alcuni dettagli sono ancora da perfezionare, hanno detto alcuni funzionari europei parlando in condizione di anonimato.

"Molta strada è stata fatta", ha dichiarato un funzionario della Commissione. "Abbiamo assistito a importanti riforme che stanno contribuendo a rafforzare l'indipendenza giudiziaria, ma dobbiamo monitorare l'effetto di queste riforme sul campo", ha aggiunto.

Nel caso in cui Bruxelles desse il suo via libera, gli Stati membri potrebbero essere chiamati a esprimersi sulla decisione il 14 o 15 dicembre 2023, giorni in cui i leader Ue si incontreranno a Bruxelles.

Negli altri 11,7 miliardi di euro di fondi per la Cesione bloccati, 6,3 miliardi sono stati congelati nell'ambito del cosiddetto "meccanismo di condizionalità" per problemi legati agli appalti pubblici e ai conflitti di interesse.

Il resto dei fondi riguarda aree tematiche come il "diritto alla libertà accademica" (2 miliardi di euro) e alla tutela dei diritti LGBTQ+ (600 milioni di euro).

Per accedere a queste risorse Buxelles chiede al governo magiaro di "adottare le misure necessarie" nei due ambiti di riferimento, ha dichiarato il funzionario.

Lo sblocco dei fondi del piano di ripresa e resilenza da 10,4 miliardi di euro non dovrebbe essere imminente. Non ci sono ostacoli al pagamento di 920 milioni di euro destinati a una serie progetti energetici.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, ormai isolato dai suoi omologhi europei sta facendo ampio uso del suo potere di veto e ha accusato Bruxelles di "ricatto finanziario".

La decisione della Commissione arriverà in un'atmosfera politicamente carica: al vertice del 14 e 15 dicembre si discuterà dell'apertura dei colloqui di adesione con l'Ucraina e di fornire ulteriore assistenza finanziaria a Kiev. Questioni su cui Orbán è pronto a giocarsi la carta del potere di veto per ottenere contropartite.

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