I leader dell'Ue si riuniranno in video-conferenza per discutere della guerra di Israele contro Hamas

La riunione straordinaria dei leader dell'UE per discutere della guerra tra Israele e Hamas si terrà martedì in videoconferenza.
La riunione straordinaria dei leader dell'UE per discutere della guerra tra Israele e Hamas si terrà martedì in videoconferenza. Diritti d'autore European Union, 2023.
Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I leader dell'Unione Europea si incontreranno in video-conferenza il 17 ottobre per discutere gli ultimi sviluppi della guerra tra Israele e Hamas e chiarire la posizione comune dell'Ue

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La riunione straordinaria, convocata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, arriva dopo una settimana di messaggi non sempre lineari inviati da alti funzionari delle istituzioni comunitarie.

""Israele ha il diritto di difendersi. Anzi, ha il dovere di difendere il suo popolo"
Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea

Le parole dei presidenti

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in particolare, ha attirato alcune critiche per i suoi forti messaggi di sostegno a Israele e la sua visita nel Paese, dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

"Israele ha il diritto di difendersi. Anzi, ha il dovere di difendere il suo popolo", ha detto la presidente.

Ma se tutti i governi europei concordano sul diritto di Israele di proteggere il suo territorio  e la sua popolazione, in molti sottolineano le omissioni della von der Leyen sulla necessità di rispettare il diritto internazionale nella risposta israeliana, suscitando l'impressione di una posizione unilaterale che ignora le sofferenze dei palestinesi.

La presidente ha comunque esortato Israele a rispettare il diritto internazionale una settimana dopo l'attacco iniziale di Hamas, in un breve comunicato stampa che annunciava la triplicazione dell'assistenza umanitaria per la Striscia di Gaza.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha invece rilasciato una dichiarazione a nome dei 27 leader dell'Ue che definisce una posizione comune e fa esplicito riferimento al "diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale".

La dichiarazione è stata vista come una "correzione" a von der Leyen, i cui rapporti di lavoro con Michel sono stati difficili dopo il cosiddetto incidente del Sofagate.

"Ribadiamo l'importanza della fornitura di aiuti umanitari urgenti e siamo pronti a continuare a sostenere i civili più bisognosi a Gaza in coordinamento con i partner, assicurandoci che tale assistenza non venga utilizzata dalle organizzazioni terroristiche", si legge nel testo della dichiarazione.

L'incontro fra i capi di Stato e di governo dell'Ue una discussione "franca e aperta" sulle implicazioni della guerra nel breve e nel lungo termine, ha dichiarato un alto funzionario dell'UE a conoscenza dei negoziati.

L'assistenza umanitaria, il rilascio degli ostaggi, i rischi per la sicurezza, i movimenti migratori e l'impegno con gli attori regionali per prevenire un'escalation di violenza saranno tra i principali argomenti all'ordine del giorno. Si discuterà anche della possibilità di chiedere formalmente un cessate il fuoco.

Frizioni istituzionali

Alla domanda se von der Leyen avesse oltrepassato le sue competenze recandosi in Israele, l'alto funzionario ha semplicemente risposto che "gli affari esteri sono una questione che riguarda gli Stati membri".

"Non metto in discussione il diritto delle persone di viaggiare, ma quando si esprime una posizione in un certo campo, dovremmo stare attenti", ha aggiunto il funzionario.

Nel frattempo, la Commissione europea, di fronte alle incessanti domande dei giornalisti, ha difeso il viaggio della presidente, che rientra nelle sue competenze politiche.

"La Presidente può viaggiare dove vuole", ha dichiarato Eric Mamer, portavoce della Commissione, "ma si è recata in Israele per esprimere solidarietà a un Paese che ha subito un attacco terroristico non provocato. È una sua prerogativa".

Quando un giornalista ha chiesto se la triplicazione degli aiuti umanitari ai palestinesi fosse una decisione dettata dalla necessità  di "bilanciare" la sua immagine, Mamer ha risposto che era stata invece presa dopo una telefonata con il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

La settimana successiva alláttacco di Hamas la questione degli aiuti umanitari ai territori palestinesi aveva causato confusione nell'esecutivo comunitario, dopo che il commissario all'Allargamento****Olivér Várhelyi aveva agito di propria iniziativa annunciando la sospensione di "tutti i pagamenti" alle autorità palestinesi.

L'annuncio è poi stato trasformato in una "revisione urgente" dei fondi per lo sviluppo stanziati dall'Ue negli ultimi tre anni, circa 681 milioni di euro, per garantire che nessun finanziamento finisca nelle mani di Hamas, che l'Unione considera un'organizzazione terroristica.

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