Quale tetto al prezzo del gas?

Il tetto al prezzo del gas è una delle misure allo studio della Commissione europea
Il tetto al prezzo del gas è una delle misure allo studio della Commissione europea Diritti d'autore Michael Sohn/AP
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Di Vincenzo Genovese
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Luca Franza, consigliere scientifico dell'Istituto Affari Internazionali, spiega a Euronews benefici e possibili controindicazioni delle due ipotesi: quella di un price cap sul gas russo e quello generalizzato

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Tra le ipotesi allo studio della Commissione europea per ridurre i prezzi dell'energia c'e anche quella di un tetto al prezzo del gas, tanto invocato negli ultimi mesi dal governo italiano. Ma il cosiddetto price cap resta un tema molto controverso, che divide i Paesi dell'Unione.

Lo ha spiegato Jozef Síkela, Ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, al termine dell'ultimo Consiglio dei ministri dell'Energia.

“Penso che dal punto di vista del mercato, il price cap rappresenti la misura più difficile da attuare. E abbiamo bisogno di un po' più di tempo per approfondire l'impatto che avrebbe”

Un tetto per il gas russo

Punto cruciale del dibattito e decidere se applicare il tetto solo al prezzo del gas proveniente dalla Russia o a tutto quello importato nell'Unione.

Nel primo caso, il rischio principale è un**'interruzione totale delle forniture**, ritorsione gia promessa dal presidente russo Vladimir Putin.

“Si potrebbe obiettare che la Russia ha già tagliato molte delle sue forniture all'Europa visto che i flussi sono scesi da 400 milioni di metri cubi al giorno a 80 milioni di metri cubi al giorno. Ma in realtà è importante tenere presente che nel 2022 nel complesso abbiamo importato ancora molto gas russo e abbiamo usato il gas russo per riempire i depositi dell'Unione Europea. Quindi passare improvvisamente da 80 a 0 sarebbe un duro colpo”, spiega a Euronews Luca Franza, consulente Scientifico dell'Istituto Italiano Affari Internazionali.

Un tetto generale

Un price cap generalizzato, invece, è una misura potenzialmente più efficace nel ridurre i costi dell'energia per gli utenti finali. Ma va studiata con attenzione: ad esempio bisogna trovare un accordo con gli altri esportatori di gas nel mondo e il governo norvegese, principale fornitore dell'Europa, ha già espresso il suo scetticismo sull'idea, con le parole del suo primo ministro.

Luca Franza indica alcuni dei punti problematici da affrontare.

“È importante evitare di penalizzare gli importatori che hanno contratti in essere, con prezzi magari superiori alla soglia stabilita dal tetto. E soprattutto, è davvero molto importante assicurarsi di realizzare un meccanismo che garantisca di continuare ad attrarre i carichi di gas naturale liquefatto. Altrimenti andranno in Asia, dove il price cap non c'è.

Qualunque sia la scelta, insomma, l'Unione europea dovrà probabilmente affrontare alcune conseguenze indesiderate. Alla Commissione e ai ministri dei 27 il compito di trovare la ricetta migliore.

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