Il porto di Anversa in allarme in vista di una hard Brexit Reportage nella logistica di uno dei più grandi porti del nord Europa
Spedire a perdifiato farmaci anti-cancro Oltremanica prima di un'eventuale Brexit senza accordo. Con frenesia si imbarcano e si stivano containers per anticipare il blocco doganale che ne conseguirebbe. Spiega Stefan Durt, di Yusen Logistics, un'impresa logistica di Anversa: "Lo vediamo da tre mesi, in particolare da quando Boris Johnson è diventato premier, tutti si preparano fisicamento a una Brexit senza accordo".
Ma quale sarebbe lo scenario più probabile in tal caso?
Per Durt: "in un fase immediata, si verificherrebero ritardi tra Dover e Calais a causa della burocrazia frontaliera per le persone, e per questioni doganali e fiscali" per quanto riguarda le merci.
E per Yusen, i clienti hanno già adattato i loro codici Iva. Ma quello che si teme veramente da queste parti sono le conseguenze sui camionisti, tutti originari dell'Europa orientale
Stefan Durt spiega che "questo renderà i trasporti più difficoltosi. Come potremo utilizzare i camionisti in Gran Bretagna, non sappiamo se le loro patenti di guida europee saranno valide Oltremanica. Sarà difficile per noi trovare soluzioni per i camionisti. Sarà dura".
Le autorità portuali della città fiamminga hanno cominciato a prepararsi all'indomani del referendum bitannico del 2016 .
Wim Dillen dell'Unità di crisi per la Brexit del porto di Anversa dice: "abbiamo fatto tantissimi seminari, organizzato test stradali nel Regno unito e in Irlanda. Abbiamo anche organizzato programmi di sensibilizzazione. abbiamo redatto un documento esplicativo, assunto un rappresentante britannico, Justin Atkin, e abbiamo fatto tante altre cose per essere pronti".
E Wim non è l'unico ad esser preaparato. Secondo un'inchiesta condotta da Price Waterhouse Cooper, il Belgio si è equipaggiato meglio dei suoi vicini. Ma Wim è preoccupatissimo per la sua attività:
"Il problema più grave non riguarda i servizi logistici. è il settore economico a non essere adeguatamente preparato. e per quanto ne sò, sono proprio i britannici a esser meno pronti rsipetto all'Unione europea".
Preparazione forse inutile, nel caso in cui Londra chieda un altro rinvio della Brexit, e poi chissä, un altro ancora...