Dopo l'incontro con il capo della Commissione europea, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di voler rimuovere i dazi su acciacio e alluminio di importazione europea
L'Europa tira un sospiro di sollievo giovedì, dopo l'incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea. Donald Trump ha accettato di astenersi dall'imporre dazi commerciali all'Unione europea ma né i funzionari di Bruxelles, né la Casa Bianca hanno offerto i dettagli sull'accordo, che sempre per lo più simbolico.
Peter Rashish, professore presso la Johns Hopkins University a Washington ritiene che si tratti comunque di un risultato positivo.
"È la prima volta che questa amministrazione afferma che il libero scambio può portare a risultati positivi. Trump ha detto che il commercio tra Stati Uniti e Unione europea può essere vantaggioso per entrambe le parti. In precedenza c'era la tendenza a vedere le relazioni commerciali come dannose per gli interessi degli Stati Uniti".
Trump ha affermato che "L'Unione europea comincerà quasi immediatamente a comprare molti semi di soia. Ma l'Europa acquista già molta soia americana da quando i prezzi sono crollati a giugno,dopo che la Cina ha smesso di acquistarli per via dei dazi.
Il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, ha accolto con favore le discussioni a Washington, ma ha dichiarato che sull' agricoltura non si fanno compromessi e deve rimanere al di fuori di ogni negoziato.
I colloqui miravano non solo a rimuovere i dazi statunitensi sull'acciaio e sull'alluminio ma anche quelli che l'America minaccia sulle auto europee e le misure di ritorsione applicate da Bruxelles.
"Juncker non è venuto con delle concessioni europee - spiega Pascal Lamy, ex-direttore dell'organizzazione mondiale per il commercio- ma è venuto con il risultato delle discussioni con i cinesi. Bisogna vederla in questo modo: si è schierato con gli Stati Uniti per fare pressione sulla Cina e schierarsi con la Cina per fare pressione sugli Stati Uniti".
Ma data l'imprevedibilità di Trump, la saga sulla gu