Carla Del Ponte: "Il Tpi è un'istituzione fantastica"

È nota soprattutto per il suo lavoro al Tribunale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra della ex Jugoslavia, dal 1999 al 2007 . Ma Carla Del Ponte, considerata una magistrata scomoda, ha avuto una lunga carriera, dalle indagini di mafia con Giovanni Falcone al Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda. A Euronews ha espresso i suoi sentimenti dopo la condanna all’ergastolo di Ratko Mladic.
Stefan Grobe, euronews: Signora Del Ponte, lei ha gettato le basi legali necessarie per l’arresto di Ratko Mladic, anche se è stato catturato nel 2011, dopo che lei aveva già lasciato il Tribunale. Quando ha sentito il verdetto, qual è stata la sua reazione?
Carla Del Ponte, ex procuratrice generale Tpi: “Sono molto soddisfatta per le vittime, perché Mladic era rimasto l’ufficiale di più alto livello, dopo la morte di Milosevic, fra i responsabili dei crimini di guerra. Sono soddisfatta che abbia avuto una condanna a vita”.
euronews: Lei ha indagato molti criminali di guerra, e prima anche membri della mafia. Quando li interrogava, che cosa traspariva dai loro atteggiamenti? C’era a volte rimorso, amarezza? Che tipo di persone erano?
Carla Del Ponte: “Quando parlavano, anche se parlavano molto poco, traspariva la loro ideologia, le discriminazioni razziali che avevano perpetrato. Naturalmente nessuno si è mai pentito. Ho avuto un solo criminale che ha espresso rimorso, che ha confessato i suoi crimini, e si è suicidato in carcere. A parte questo, nessuno si è mai pentito. Si consideravano eroi che si sacrificavano sottoponendosi alla punizione del carcere”.
euronews: Il Tribunale per l’ex Jugoslavia ha avuto enormi risultati rispetto ai tribunali analoghi per il Ruanda o il Sudan. Perché? C‘è stato un maggiore interesse dei media, aveva a disposizione più risorse? Quali sono le ragioni?
Carla Del Ponte: “La ragione principale è che c’era la volontà politica da parte della comunità internazionale. Non ci può essere giustizia a livello internazionale se manca la volontà politica da parte degli stati. Lo vediamo ora con la Siria: il Consiglio di sicurezza è incapace di decidere su un tribunale internazionale, e di conseguenza c‘è totale impunità”.
euronews: Durante le sue indagini sull’ex Jugoslavia, a volte ha dovuto lottare contro la ragion di Stato o contro i media. Qual è stata la sua esperienza più frustrante nelle sue vesti di procuratrice generale?
Carla Del Ponte: “Penso che l’esperienza più frustrante sia stata la morte improvvisa di Milosevic. Eravamo alla fine del processo, avevo già preparato parte della mia incriminazione, e lui è morto come un angelo nel suo letto! Be’, quello è stato frustrante!”.
euronews: Ripensando al lavoro del tribunale per l’ex Jugoslavia, che cosa si sarebbe potuto fare meglio e quali sono i risultati più rilevanti?
Carla Del Ponte: “Il risultato più rilevante è che il Tribunale ha fatto un eccellente lavoro. Il Tribunale è ben organizzato e funziona. È un buon strumento per la giustizia internazionale, e l’abbiamo dimostrato. Quello che si può migliorare è la procedura criminale, perché non è necessario che i processi durino così tanto. Questo si potrà migliorare in futuro. Ma l’istitizione in quanto tale è fantastica”.