Il segretario di stato ungherese per l'educazione superiore è volato a Bruxelles per rassicurare la Commissione europea sulla portata della nuova legge che, secondo molti, ha come scopo quello di far
Nessuna università verrà chiusa in Ungheria. Lo ha affermato martedi il segretario di stato ungherese per l’istruzione superiore, recatosi a Bruxelles per discutere con la Commissione europea della legge promulgata dal presidente lunedì sera. Domenica circa 70.000 persone hanno manifestato contro il provvvedimento legislativo che, secondo molti, mira a chiudere la Central European University, finanziata dall’avversario di Orban, l’investitore George Soros.
“Quando qualcuno parla di danneggiare l’autonomia – ha dichiarato ad euronews László Palkovics – o di chiudere le università, sia univerità appartenenti al signor Soros che a qualcun altro, dice cose non vere. Nessuno intende chiudere le università, il governo ungherese apre università, nuove sedi didattiche, ma non le chiude. Le università, registrate e attive in Ungheria o straniere, secondo la costituzione hanno un’autonomia che non può essere lesa. Il governo non ha questo obiettivo “.
Mercoledì il Collegio dei Commissari discuterà anche della legge sulla registrazione delle ONG straniere e di una campagna indetta da Orbán intitolata: fermiamo Bruxelles.
Non è la prima volta che l’Ungheria è criticata per l’adozione di leggi controverse, come la cosiddetta legge bavaglio sui mezzi di informazione e le recenti disposizioni sulla detenzione dei migranti.