Sognando Bruxelles. La lunga e tortuosa strada di Kiev verso l'Ue

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L’Ucraina si avvia alle elezioni politiche straordinarie in un clima politico, sociale ed economico molto teso. Ad animare gli ucraini la prospettiva di un futuro europeo, lontano da Mosca. Un futuro, però, non proprio prossimo. La spinta proeuropea è stata alla base delle proteste di Piazza Maidan, scoppiate a seguito del rifiuto dell’ex Presidente Yanukovich di firmare lo scorso novembre a Vilnius l’accordo di associazione con Bruxelles.

Per giorni gli abitanti di Kiev sono scesi in piazza contro l’ex Presidente, dando vita alla più grande manifestazione dai tempi della Rivoluzione arancione. Bruxelles è intervenuta come mediatrice tra governo e manifestanti. Ma nell’est del Paese, a maggioranza russofona, la protesta è degenerata in guerriglia.
Una guerriglia che ha raggiunto il punto massimo con l’annessione unilaterale della Crimea alla Russia.

Se il conflitto prosegue nella regione del Donbass, non si sono fatte attendere le critiche nei confronti di Bruxelles, accusata di aver fatto troppo poco e troppo tardi per evitare la perdita della Crimea e l’incendiarsi del clima nel resto della regione. Le sanzioni contro Mosca, accusata di sostenere i separatisti, sono arrivate soltanto dopo diversi mesi.

Il nuovo Presidente Petro Poroshenko rimarrà nella storia per aver siglato l’accordo di associazione con Bruxelles. Un testo che, però, non si traduce in un immediato ingresso di Kiev nell’Unione. Per farlo l’Ucraina dovrà compiere un lungo percorso di adeguamento agli standard europei. Riforme politiche, sociali ed economiche, che non si compiranno dal giorno alla notte.
Un percoso poco chiaro allo stesso Poroshenko.

Per capire quali sono le aspettative degli ucraini rispetto a una futura adesione all’Unione europea, Euronews ha incontrato Svitlana Kobzar, analista politica al Vesalius College di Bruxelles.

Euronews
Molti ucraini credono che dopo la firma dell’accordo di associazione, l’ingresso nell’Unione europea è a portata di mano. Ma qual è la verità?

Svitlana Kobzar
Gli ucraini dovrebbero pensare a far passare questo messaggio ai 28 stati membri. L’ingresso nell’Unione europea non è una cosa semplice. Gli stessi leader comunitari, lo abbiamo visto, sono stati molto cauti nella scelta delle parole che hanno usato per parlare di Ucraina e di un possibile ingresso nell’Ue. Si è discusso tantissimo. Se guardiamo i dati, il 52-53% degli europei vorrebbe l’Ucraina in Europa. Appena l’attenzione si sposta verso le elite, però, il discorso diventa più conservatore.

Euronews
Crede che in Europa ci sia una certa opposizione verso futuri allargamenti dell’Unione? Soprattutto con riferimento all’Ucraina?

Svitlana Kobzar
Se si guarda agli ultimi risultati delle recenti elezioni europee, è evidente la crescita di un’ondata di euroscetticismo. Ma dobbiamo anche essere molto attenti quando interpretiamo i dati relativi alle elezioni europee, soprattutto se li prendiamo per quello che gli europei pensano davvero. Certamente il quadro economico e la crescita lenta, se non inesistente, hanno provato molti cittadini che sono stanchi di sentire parlare di allargamento. Nonostante questo, però, il 60% ha risposto all’indagine del German Marschall affermando che l’Europa dovrebbe garantire all’Ucraina un supporto maggiore, questo anche se la Russia pressioni al contrario.

Euronews
Crede sia reale la possibilità per l’Ucraina di diventare entro 6 anni un candidato dell’ Unione europea? Come ha promesso Poroshenko?

Svitlana Kobzar
Il ritmo con cui si sta procedendo alle riforme è piuttosto deludente. Se però pensiamo di nuovo al fattore umano, resto ottimista. Che, però accada in 6 anni, beh, forse è un po’ troppo ottimista. Credo sia un po’ come volere andare sulla luna e poi si finisce in un punto vicino.

Euronews
Appena un anno fa, l’Ucraina si era rifiutata di firmare l’accordo di associazione perché Mosca aveva fatto pressioni su Yanukovich. Com‘è possibile che gli europei non si siano accorti del rischio, di quanto fosse importante per la Russia?

Svitlana Kobzar
Gli europei hanno provato a coinvolgere la Russia, soprattutto mentre si parlava di politica di vicinato. Hanno provato a instaurare un dialogo con Mosca quando si è trattato di politiche che riguardavano i suoi paesi confinanti. Ma la Russia è stata attenta a non farsi coinvolgere, perché vuole differenziarsi. Essere un partner stratefico. Per anni non hanno percepito l’integrazione economica come una minaccia, ma ora hanno capito che questa cambia le società. Cambia il modo di pensare delle persone e le rende molto più eisgenti nei confronti dei loro governi, che devono rendere conto ai cittadini del loro operato. Erano questi i rischi per l’Ucraina, che a quel punto avrebbe rappresentato una minaccia per la Russia stessa.

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