Divorzi di coppie dalla doppia nazionalità: quali passi avanti

Divorzi di coppie dalla doppia nazionalità: quali passi avanti
Di Euronews
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Il numero di matrimoni tra cittadini europei di Paesi diversi è in costante aumento. Quando l’amore finisce, però, iniziano i problemi legali. I divorzi tra coniugi di diversa nazionalità riguarando più del 10% del totale.

Divorziare non è mai una cosa semplice. Ma quando si tratta di coppie di diversa nazionalità la situazione si trasforma in un problema giuridico, un dramma nel quale spesso sono coinvolti dei bambini.

Una situazione tristemente nota a Marie, che dopo aver divorziato dal marito tedesco 4 anni fa attende ancora la custodia dei figli.
Oggi Marie ha scelto di trasferirsi a Sarrebuck in Germania nella speranza che essendo più vicina ai figli potrà vederli più spesso.
La giustizia tedesca le ha tolto la custodia con la giuistificazione dell’esistenza di rischio rapimento.
Il padre, infatti, aveva denunciato Marie per una vacanza passata in Francia senza il suo permesso.

Marie si sente discrimata dalla giustizia, non difesa e non rappresentata:“Ho l’impressione che la giustizia tedesca invece di aiutare il genitore che viene da un altro Paese, e che quindi ha già delle difficoltà, lavori contro di lui” confida Marie, che aggiunge:” Si ha davvero l’impressione che qualunque cosa tu faccia, si è condannati in partenza”.
Lontananza, scarsa conoscenza delle leggi e a volte diversità culturali aggravano la situazione. Il diritto di famiglia, infatti, varia di Paese in Paese.

A livello trasnazionale esistono diversi strumenti giuridici: il prelevamento non autorizzato dei figli è presente nella Convenzione dell’Aia e nel regolamento Bruxelles II bis. In caso di rapimento il bambino viene rimpatriato nel suo Paese d’origine.

Jean Patrick Revel, avvocato francese che opera a Berlina ci spiega meglio la situazione:“Si rinvia la causa al tribunale competente, normalmente quello del luogo di nascita del bambino o quello dove vive la famiglia da cui è stato prelevato. Spetta al giudice decidere,in base della situazione, a chi spetterà la custodia. Sarà questo Paese a decidere chi dei due genitori possiede le caratteristiche migliori per l’affidamento del bambino”.

Child Focus è una Ong con base a Bruxelles, che in Belgio gestisce anche il numero per denunciare la scomparsa dei bambini, 116 000.

Un rapimento su 4 è opera di un genitore divorziato.

Hilde Demarrée di Child Focus racconta:“L’anno scorso in Germania abbiamo avuto 700 casi. Si tratta di un problema sempre più frequente in Europa. Ogni anno ci sono circa 170.000 divorzi internazionali, sappiamo quindi che il problema crescerà di anno in anno”.
L’ONG belga offre anche il proprio sostegno ai genitori. Gerd, è padre di tre bambini. Tedesco viveva in Belgio con la moglie ucraina. Poi, però, la situazione è precipitata.
Racconta Gerd:“Era venerdì sera, tornavo a casa dal lavoro. Ho trovato l’appartamento vuoto. I mobili erano tutti lì, ma mia moglie e i miei figli non c’erano più. Non capivo. Il cellulare non funzionava, questo per giorni. Stavo impazzendo”.

Sono serviti diversi mesi a Gerd per rintracciarli. La madre si era trasferita al confine con la Germania.

In genere risolvere la questione in modo pacifico e condiviso è la soluzione migliore in questi casi. Ne è convinta anche Hilde, promotrice di una rete per i mediatori familiari europei. “Il nostro obiettivo è trovare mediatori familiari in ogni Paese europeo e anche nei Paesi candidati a entrare nell’unione europea”. Spiega che Hilde, che aggiunge“Organizziamo corsi di formazione di 60 o 80 ore qui a Bruxelles nei quali s’insegna a mediare. Utilizziamo anche dei modelli di co-mediazione, dove lavoriamo con mediatori provenienti dagli altri Paesi formati per creare un unico modello di lavoro”.

Tra i partner di questo progetto anche l’ONG tedesca Mikk, specializzata nei casi di sottrazione di minore a livello internazionale. Alla guida di Mikk, Christoph Paul, avvocato:“Spetta ai genitori trovare una soluzione, sono loro i responsabili dei loro figli e gli unici a sapere di cosa hanno bisogno nella vita”.

La mediazione a livello internazionale richiede delle competenze specifiche, come spiega Christoph:“Non si tratta soltanto di conoscere bene il settore, ma si deve conoscere anche la cultura, le diversità con cui si verrà a contatto. E poi bisogna conoscere il quadro normativo europeo. Se ad esempio un caso riguarda il Belgio e la Germania, si deve conoscere oltre alla normativa di questi Paesi anche il quadro legale trasfrontaliero”.

Una coppia franco spagnola residente in Italia potrà scegliere ad esempio in caso di divorzio di seguire le regole italiane, francesi o spagnole. Una scelta che può essere compiuta in qualunque momento, dal matrimonio al divorzio.
Al momento però, soltanto 15 dei 27 Paesi membri dell’Unione europea hanno sottoscritto il regolamento Roma III. Ci spiega Bruno Langhendries, avvocato:“Il regolamento Rome III non ha come obiettivo l’istituzione di una procedura comune per il divorzio. Il modo di pensare la vita familiare rimane diverso da Paese a Paese. L’obiettivo è trovare regole per l’armonizzazione e per la sicurezza giuridica, cercare di fermare la corsa verso i tribunali e anche di lottare contro l’affrettarsi di un congiunto verso la giurisdizione del proprio Paese che ne difenderà a priori gli interessi”. Conoscere le leggi degli altri Paesi europei aiuta la cooperazione tra i diversi Stati così come a semplificare i casi di divorzio internazionale.

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