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Nuove norme Ue sulla qualità dell'aria: inquinamento atmosferico principale rischio ambientale per la salute degli europei

Aria di smog sopra Parigi, Francia
Aria di smog sopra Parigi, Francia Diritti d'autore  Photo by Jessamyn Lee on Unsplash
Diritti d'autore Photo by Jessamyn Lee on Unsplash
Di Harriet Reuter Hapgood
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Circa 240mila europei all'anno perdono la vita a causa delle alte concentrazioni nell'aria di inquinanti atmosferici. Ma l'inquinamento atmosferico danneggia anche gli ecosistemi con conseguente riduzione dei raccolti

L'impatto dell'esposizione a tre inquinanti atmosferici sulla salute dei cittadini europei sta migliorando. Lo mostra un nuovo studio dell'Agenzia europea dell'ambiente.

Gli inquinanti sono il particolato fine, il biossido di azoto e l'ozono.

Nonostante il trend positivo, gli europei rimangono esposti a concentrazioni di inquinanti atmosferici ben al di sopra dei livelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Sono quasi 240mila le morti all'anno causate da questo problema.

Un'altra serie di dati dell'Aea mostra che circa il 75 per cento degli ecosistemi europei è esposto a livelli dannosi di inquinamento atmosferico.

Per i cittadini europei l'inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute, causa di malattie croniche e di decessi, soprattutto nelle città e nelle aree urbane.

I dati dell'Aea giungono in concomitanza con l'entrata in vigore della nuova direttiva sulla qualità dell'aria dell'Unione europea che introduce un obiettivo per il 2030 per nuovi standard di qualità dell'aria allineati alle raccomandazioni dell'Oms.

Una mappa del nuovo rapporto sulla salute dell'Aea che mostra i livelli di mortalità dovuti al particolato fine in tutta Europa
Una mappa del nuovo rapporto sulla salute dell'Aea che mostra i livelli di mortalità dovuti al particolato fine in tutta Europa Courtesy of the European Environment Agency

La nuova direttiva sulla qualità dell'aria dell'Ue

La revisione della direttiva sulla qualità dell'aria, che entra in vigore oggi, è stata adottata per la prima volta a ottobre e prevede l'obbligo di monitorare ulteriori inquinanti come le particelle ultrafini, il carbonio nero e l'ammoniaca.

Oltre alle morti premature, l'impatto della convivenza con le malattie legate all'inquinamento atmosferico è significativo.

Scarsa visibilità a Venezia, foto d'archivio
Scarsa visibilità a Venezia, foto d'archivio Photo by Geoffroy Hauwen on Unsplash

Che cos'è il particolato fine?

Per l'Aea nel 2022 l'esposizione all'inquinamento da particolato fine (PM2,5) superiore ai livelli raccomandati dall'Oms ha causato almeno 239mila decessi nell'Ue.

Si tratta di un calo del 45 per cento rispetto al 2005, e ciò pone l'Ue in linea con l'obiettivo di riduzione del 55 per cento indicato nel piano d'azione per l'inquinamento zero per il 2030.

"Il particolato [PM] consiste in una miscela di solidi e goccioline liquide. Può essere emesso direttamente o formarsi quando gli inquinanti provenienti da varie fonti reagiscono nell'atmosfera", spiega l'Aea.

"È di diverse dimensioni: quelle più piccole di 10 micrometri sono in grado di entrare nei polmoni e causare gravi problemi di salute. Il PM è stato collegato a malattie e decessi per patologie cardiache o polmonari".

L'Oms dispone di prove scientifiche che dimostrano che l'esposizione più dannosa al particolato è quella a lungo termine alle particelle fini - più piccole di 2,5 micrometri - a cui attribuisce i 239mila decessi.

Nel 2022 altri 70mila decessi erano attribuibili all'esposizione all'inquinamento da ozono (O3) e 48mila all'esposizione all'inquinamento da biossido di azoto (NO2).

L'Aea stima che questi decessi sarebbero stati evitati se si fossero rispettati i valori guida dell'Oms nel 2022.

L'inquinamento atmosferico ha un impatto anche sulla natura

L'Aea esamina anche l'impatto dell'inquinamento atmosferico sugli ecosistemi europei mostrando come la vegetazione sia esposta agli inquinanti atmosferici e come questo si traduca in perdite economiche e di resa dei raccolti.

L'Aea ha rilevato che l'azoto presente nell'aria può portare a cambiamenti importanti, come ad esempio il cambio di specie vegetali che crescono in una determinata area.

Secondo lo studio il 73 per cento degli ecosistemi dell'Ue ha superato i carichi critici per il 2022.

Mentre il piano d'azione per l'inquinamento zero è in linea con gli obiettivi per il particolato fine, è in ritardo per quanto riguarda l'azoto. L'obiettivo è ridurre del 25 per cento l'area degli ecosistemi in cui l'azoto supera i carichi critici entro il 2030, ma attualmente è improbabile che venga raggiunto.

Inoltre, circa un terzo dei terreni agricoli europei è stato esposto a concentrazioni di ozono a livello del suolo superiori alle soglie stabilite dall'Ue. Ciò ha comportato danni alle colture, riduzione dei rendimenti e perdite economiche stimate in almeno 2 miliardi di euro.

Nel 2022 il 62 per cento della superficie forestale totale dei 32 Paesi membri dell'Aea ha superato i livelli critici stabiliti per proteggere le foreste dall'ozono.

Negli ultimi decenni, tuttavia, le emissioni di anidride solforosa (SO2) sono diminuite in modo significativo il che ha permesso di risolvere il problema dell'acidificazione.

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