In 3 anni e mezzo il paese asiatico ha migliorato i controlli contro la pesca illegale. L'Unione Europea ha revocato il 'cartellino' giallo' al governo di Bangkok
La Thailandia ci ha messo 3 anni e mezzo a farsi revocare il cartellino giallo dell'Unione Europea per la pesca illegale?
Il team di "Ocean" ha incontrato a Bangkok Pete Southen, specialista di conformità della pesca che lavora per OceanMind, un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora con i governi, le ONG e con i lavoratori della catena di distribuzione del pesce per aumentare l'attenzione alla sostenibilità della pesca.
Pete Southen, che ha fornito consulenza alle autorità tailandesi per risolvere i problemi che ancora sussistono in materia di pesca illegale, ha raccontato che le autorità thailandesi si sono dimostrate collaborative fin da subito.
Il Dipartimento per la pesca ha accettato e implementato fin da subito le nuove norme aumentando le ispezioni a bordo e, in generale, cambiando il modi lavorare degli ufficiali che controllano i pescherecci.
Questi progressi hanno portato alla revoca del 'cartellino giallo' europeo ma c'è ancora molto lavoro da fare. L'Europa ha sempre criticato le autorità thailandesi per i pochi processi intentati nei confronti di chi pratica la pesca illegale. Da Bangkok si difendono sostenendo che per arrivare a un processo c'è molto lavoro da fare: bisogna investigare, le ispezioni richiedono tempo e uomini, le autorità giudiziarie devono raccogliere prove per sostenere le accuse etc etc etc.
Di sicuro la Thailandia ha intenzione di mantenere e migliorare i progressi fatti e, secondo Southen, il paese asiatico è sulla strada giusta.
La dimostrazione è proprio la revoca del "cartellino giallo".