Musica classica: 3.500 artisti a Bucarest per il Festival George Enescu

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Di Frédéric Ponsard
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Ogni due anni, per quasi un mese, la capitale rumena accoglie orchestre e solisti da tutto il mondo per rendere omaggio a uno dei più celebri compositori, musicisti e direttori d'orchestra della Romania

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Il Festival George Enescu in Romania è uno dei principali eventi di musica classica al mondo. Ogni due anni, per quasi un mese, Bucarest accoglie orchestre e solisti da tutto il mondo per rendere omaggio a uno dei più celebri compositori, musicisti e direttori d'orchestra della Romania. A inaugurare questa edizione, nella Sala del Palazzo, è stato il violoncellista francese Gautier Capuçon, con la conduzione del direttore d'orchestra rumeno Cristian Măcelaru.

L'Orchestra Sinfonica George Enescu ha accompagnato il solista nell'esecuzione del concerto in si minore di Dvorák. "È un festival che conosco bene, vi ho partecipato spesso negli ultimi anni, con orchestre in tournée - dice Capuçon -. È la prima volta che suono con un'orchestra del posto, rumena, quindi a maggior ragione sono onorato di aprire questa edizione di quest'anno con il direttore Cristian Măcelaru. Lo conosco bene, visto che è il direttore dell'orchestra nazionale di Francia. Da questa edizione è anche il nuovo direttore artistico, quindi è un doppio onore".

I concerti si tengono in vari luoghi emblematici della città, tra cui l'Ateneo rumeno. Il festival è diventato un punto di riferimento della vita culturale rumena, come ci spiega il nuovo direttore artistico Cristian Măcelaru.

"Servono molti sforzi finanziari per poter creare un festival di queste dimensioni e di questa portata, per poter mostrare al mondo il nostro meglio - dice Măcelaru -. Penso sia importante. Allo stesso tempo, è un beneficio per la Romania, perché quest'anno abbiamo invitato quasi 3.500 artisti, arrivati qui per creare musica per il pubblico. È bello perché porta nuova vita e nuova energia alla scena culturale del Paese".

Nell'arco di un mese nella capitale rumena si svolgono decine di concerti. Tra gli spettacoli più attesi l'Otello di Verdi, portato in scena da Peter Kosir e Nona Ciobanu. "Con le immagini cerchiamo di dare supporto alla musica, senza dimenticare che la musica è il personaggio principale - dice Ciobanu -. Usiamo strumenti del XXI secolo, cercando di non abusarne ma di creare a volte un dialogo, a volte un contrappunto". Il festival nella capitale rumena si chiuderà il 24 settembre.

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