Il maestro svedese Bergman, se fosse vivo avrebbe 100 anni

Il maestro svedese Bergman, se fosse vivo avrebbe 100 anni
Di Paolo Alberto Valenti
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Il ricordo cinematografico della regista tedesca von Trotta dedicato al grande maestro svedese Ingmar Bergman a un secolo della sua nascita

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100 anni fa nasceva Igmar Bergman campione della cinematografia svdese. Un primato che non lo esonerò dallo svelare insieme alle mediocrità piccoloborghesi gli anditi più raccapraccianti ed infimi dell'inconscio e del rapporto di coppia.

Il settimo sigillo, Il posto delle fragole, Luci d'inverno, Sussurri e grida, Scene da un matrimonio, Sinfonia d'autunno.......sono alcuni dei 60 film che ha girato dal 1946 al 2003. Era nato nel 1918 a Uppsala.

La regista tedesca Margarethe von Trotta lo scelse come suo Maestro, un uomo di cui è stata innamorata non come le altre donne, ma come una regista può amare un altro regista. Per questo in ricordo del maestro ha girato un docufilm che rivela il rapporto passionale tra von Trotta e Bergman.

Il colpo di fulmine la colpì a Parigi all’inizio degli anni Sessanta. Von Trotta ammette che il cinema all’epoca non la interessava. Ma Il Settimo sigillo (1957) fu come “un choc culturale e artistico - una vera rivelazione.” Con le sue immagini, Bergman toccò qualcosa di profondo in lei, svelandole una verità profonda sulla condizione umana.

"L'essenza della nostra educazione è basata sui principi del peccato, della confessione, della punizione, della redenzione e del perdono ": scrisse Bergman nella sua autobiografia ("La lanterna magica"). Una profonda coscienza dei limiti degli esseri e dell'interagire intersoggettivo unita all'umiltà di riconscere nel russo Andrej Tarkovskij  un maestro ancora migliore di lui.

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