Sono passati 30 anni dalla tragica fuga di gas da uno stabilimento statunitense di pesticidi a Bhopal, nell’India centrale, che ha provocato 5.300
Sono passati 30 anni dalla tragica fuga di gas da uno stabilimento statunitense di pesticidi a Bhopal, nell’India centrale, che ha provocato 5.300 morti, secondo le stime ufficiali, e 25mila secondo gli osservatori locali. L’incidente era avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984. La ferita è ancora aperta per la mancanza di adeguati risarcimenti alle vittime e ai malati. L’anniversario viene ricordato con un nuovo film, ‘Bhopal: A Prayer for Rain’. Il sito della fabbrica non è mai stato bonificato .
RAVIKUMAR, REGISTA: “Bhopal è stato nella nostra coscienza negli ultimi 30 anni. Penso sia venuto il momento di raccontarne la storia perché il tempo è passato. C‘è la giusta distanza emotiva per poterne raccontare la storia dal punto di vista oggettivo”.
Gli strascichi del gravissimo incidente sono state le migliaia di persone colpite da ogni sorta di malattie: tumori, cecità, disturbi respiratori, disordini neurologici e non solo.
RAJPALYADAV, attore: “Quello che ho trovato davvero interessante è che i produttori di film lo hanno progettato per mostrare l’intero incidente attraverso gli occhi di una coppia di poveri operai”.
L’attrice indiana Tannishtha Chatterjee interpreta la moglie nella coppia.
TANNISHTHACHATTERJEE, attrice: “Ci siamo fatti disumanizzare per l’avidità e per i soldi. Credo che il grande affresco del film sia molto importante perchè lascia aperta una questione, si i gli affari, si ai profitti, la vita migliore ma a quale prezzo?”
Nessuno ha mai risanato l’area della fabbrica della morte. Nel 1989 la Union Carbide aveva pagato 470 milioni di dollari al governo indiano. Alla gente di Bhopal sono arrivati pochi spiccioli. Union Carbide è finita in mano al concorrente l’americana Dow Chemical che aveva dichiarato di non essere in grado di liberare Bhopal dal veleno e che non era affar suo.