Le Freischütz, all'Opéra Comique di Parigi: un vero spettacolo paneuropeo

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La Francia degli anni Trenta, una comunità di gente di paese con in più l’elemento gitano: è l’ambientazione di Le Freischütz, il franco cacciatore, all’Opéra Comique di Parigi. Scritta da Weber nel 1821, adattata per il pubblico francese da Berlioz vent’anni dopo, è un’opera quasi mai rappresentata nella versione transalpina, che il direttore d’orchestra inglese Sir John Eliot Gardiner ha voluto riproporre a tutti i costi. Lo abbiamo incontrato durante una delle ultime prove.

Der Freischütz, spiega, è il prototipo dell’opera romantica tedesca, ma c‘è di più.

“E’ lo scontro tra le forze del male e quelle del bene. E’ la stessa lotta metafisica che ha occupato i filosofi del Seicento ma in un contesto Romantico adesso, nella convinzione che la musica sia lo strumento migliore per esprimere poeticamente le emozioni. Ed è il contrasto fra il fascino per la vita a contatto con la natura, con la foresta, benigna e munifica, e il suo aspetto pericoloso, quasi malvagio.”

Nella versione francese Berlioz non solo tradusse il libretto dal tedesco, ma compose anche i recitativi, sostituendo i dialoghi senza musica della versione originale.

“Durante le prove coi cantanti, continua Gardiner, ripetevamo la storia in francese, e poi, per evitare le trappole di cui parla Berlioz sui recitativi che si trascinano all’infinito, facevo loro ripetere il testo dei recitativi, e li cronometravo, per poi farli cantare; davo un margine di dieci secondi, perché ci vuole un po’ di più a cantare, ma dovevano rimanere entro quel limite – e adesso cantano perfettamente, hanno colto la cadenza e il senso della narrazione, aggiungendo così quel tocco che dà un certo sapore!”

L’opera di Weber è fortemente ispirata al folklore e alla musica tedesca; ma l’influenza dell’opera italiana e francese è tutt’altro che secondaria – con Berlioz l’elemento francese diventa preponderante.

“Berlioz interviene con grande efficacia, sostiene Gardiner, introducendo una fluidità e una continuità che trasformano quello che altrimenti sarebbe un semplice Singspiel, e crea una grande unità, con grande discrezione ma anche in modo estremamente personale; la sua personalità è sempre presente nella musica; il fatto poi di farlo in francese innesta sull’opera tutta una cultura…e c‘è l’influenza dell’opera francese post-Rivoluzione, e tutta la sensualità e l’eleganza della lingua francese, che crea un’atmosfera ben diversa da quella mezzo tirolese e mezzo Walkyrie del lavoro originale di Weber.”

Durante il servizio è possibile ascoltare alcuni brani dell’opera Le Freischütz (1841) di Hector Berlioz, basata su Der Freischütz (1821) di Carl Maria von Weber.

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