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In quali Paesi europei i ricchi godono di maggiori agevolazioni fiscali?

Porto, Portogallo.
Porto, Portogallo. Diritti d'autore  Canva.
Diritti d'autore Canva.
Di Eleanor Butler
Pubblicato il
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Dalla flat tax italiana al forfait fiscale svizzero fino alla residenza agevolata in Portogallo: ecco come i Paesi europei stanno cercando di attrarre cittadini facoltosi in un contesto di crisi fiscale e crescente spesa per la difesa

Con bilanci pubblici sempre più sotto pressione per via della crescita economica stagnante, dell'invecchiamento della popolazione e dell’incremento delle spese militari, i governi europei si trovano a dover affrontare sfide fiscali senza precedenti. In questo scenario critico, si intensifica una vera e propria competizione tra Stati per attrarre — e trattenere — individui facoltosi, disposti a spostare la propria residenza fiscale in cambio di vantaggi economici concreti.

Dai regimi di flat tax alle esenzioni sui redditi esteri, sempre più Paesi puntano a garantire vantaggi fiscali su misura per chi può contribuire significativamente al gettito e agli investimenti.

Euronews Business ha analizzato le misure più interessanti oggi in vigore in Italia, Svizzera e Portogallo, tra spinte politiche, resistenze interne e pressioni internazionali.

Italia

L'Italia è una destinazione popolare tra gli espatriati, non solo per la sua cultura e il suo clima. A prima vista, il Paese ha tasse relativamente alte sul reddito delle persone fisiche e delle società, anche se ci sono incentivi fiscali da non sottovalutare.

Uno dei più noti è il regime di flat tax, che consente alle persone facoltose di pagare una somma fissa su tutti i redditi di origine straniera. Questo indipendentemente dall'importo guadagnato.

La quota fissa annuale è stata recentemente aumentata a 200.000 euro, rispetto ai precedenti 100.000 euro.

L'agevolazione è disponibile per un massimo di 15 anni ed è inoltre riservata a coloro che non sono stati residenti fiscali in Italia per almeno 9 degli ultimi 10 anni. Dato il costo della flat tax, è interessante solo per le persone con un patrimonio molto elevato.

"L'Italia è molto popolare", ha dichiarato a Euronews Business il consulente fiscale e di immigrazione David Lesperance.

"Quando la flat tax era di 100.000 euro, uno dei miei clienti mi ha detto che era quanto pagava ogni anno al suo commercialista. Bisogna ricordare che, con l'imposta forfettaria, non ci sono costi di compliance per la pianificazione fiscale".

Svizzera: il forfait fiscale premia chi non lavora ma spende molto

La Svizzera offre un regime fiscale agevolato noto come forfait fiscal, un sistema alternativo che tassa i residenti stranieri non in base al reddito, ma in base al livello delle loro spese.

Anche se solo una piccola frazione dei contribuenti elvetici ne usufruisce — meno dello 0,1 per cento secondo le autorità — si tratta di un’opzione interessante per gli ultra-ricchi. Il calcolo della base imponibile si basa sul valore più alto tra sette volte l’affitto annuale o il valore locativo dell’immobile principale, oppure almeno 429.100 franchi svizzeri (circa 455.000 euro nel 2024).

Il beneficio è riservato a chi non ha cittadinanza svizzera e si trasferisce per la prima volta o dopo un’assenza superiore ai 10 anni, e non consente attività lavorative o imprenditoriali in Svizzera. Il sistema è dunque pensato per attirare un’élite internazionale con redditi passivi consistenti, spesso derivanti da investimenti, dividendi o eredità.

Portogallo: il ritorno dell'NHR per professionisti qualificati

Negli ultimi anni il Portogallo è diventato un magnete per pensionati europei e investitori stranieri, anche grazie al regime di residenza non abituale (NHR) che, fino al 2023, garantiva dieci anni di esenzione o riduzione fiscale sui redditi esteri.

In particolare, molte pensioni estere non venivano tassate affatto. Tuttavia, le critiche interne per il boom immobiliare e l’aumento del costo della vita, insieme alle proteste di paesi come Finlandia e Svezia — che hanno chiesto di modificare i trattati fiscali bilaterali — hanno spinto il governo a riformare il sistema.

È così nato l’NHR 2.0, che mantiene alcuni vantaggi solo per i professionisti altamente qualificati. Questi potranno usufruire di un’aliquota ridotta del 20 per cento sul reddito personale per dieci anni consecutivi e di agevolazioni su alcune fonti di reddito estero. Tuttavia, le pensioni estere sono escluse dal regime agevolato, e verranno tassate secondo le aliquote standard. Secondo l’avvocato Gregory Goossens, la nuova versione mira a premiare chi contribuisce realmente all’economia portoghese.

Le società di comodo: la via grigia tra elusione ed evasione

Oltre ai regimi residenziali, un altro strumento ampiamente utilizzato dagli individui con patrimoni elevati è quello delle società di comodo, entità giuridiche create per detenere beni e redditi senza svolgere attività economiche reali.

Secondo l’Osservatorio fiscale dell’Ue, queste strutture permettono di trasformare il reddito personale in reddito societario, spesso soggetto a imposte più basse. In Paesi come l’Ungheria (9 per cento), la Bulgaria (10 per cento), l’Irlanda e Cipro (12,5 per cento), la fiscalità societaria ridotta rende questa scelta estremamente conveniente.

Anche se l’Ocse sta spingendo per un’imposta minima globale del 15 per cento sulle società — valida solo per chi supera i 750 milioni di fatturato annuo — l’effettiva implementazione è ancora in corso, e lascia spazi aperti per l’ottimizzazione fiscale legale.

Tassazione e strategia fiscale, ogni paradiso è relativo

Gli esperti fiscali sottolineano che non esiste un paradiso fiscale assoluto, ma che ogni destinazione va valutata in base alla situazione patrimoniale e reddituale del singolo contribuente.

Non solo le imposte sul reddito, ma anche quelle su eredità, plusvalenze, patrimonio e contributi sociali devono essere considerate. Paesi come Malta e Monaco restano attrattivi per determinati profili, ma perfino Paesi notoriamente ad alta tassazione — come il Belgio — possono offrire vantaggi in casi specifici.

Secondo Jason Porter, direttore di Blevins Franks, le concessioni fiscali per i ricchi non sono mai gratuite: "I governi non offrono incentivi se il ritorno per lo Stato non è superiore al costo. Si tratta di un bilancio tra attrazione di capitali e beneficio economico per il territorio".

La concorrenza fiscale in Europa è destinata a intensificarsi

Il dibattito su come gestire le agevolazioni fiscali ai cittadini stranieri facoltosi è tutt’altro che chiuso. Con i bilanci pubblici sotto pressione, l’Ocse al lavoro su una maggiore armonizzazione e un’opinione pubblica spesso critica verso il trattamento privilegiato dei ricchi, i governi europei devono camminare su un filo sottile.

Offrire incentivi può attrarre investimenti, ma rischia anche di alimentare disuguaglianze e tensioni sociali. La gara per attrarre i ricchi continuerà, ma con una crescente attenzione ai compromessi economici, politici e morali che comporta.

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