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Cosa succederà alle finanze francesi dopo il crollo del governo

Il Presidente francese Emmanuel Macron saluta il Presidente del Congo Felix Tshisekedi prima di un incontro all'Eliseo a Parigi, venerdì 4 ottobre 2024.
Il Presidente francese Emmanuel Macron saluta il Presidente del Congo Felix Tshisekedi prima di un incontro all'Eliseo a Parigi, venerdì 4 ottobre 2024. Diritti d'autore  Christophe Ena/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Doloresz Katanich
Pubblicato il
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Senza un nuovo bilancio entro la fine dell'anno, il Paese rischia un deficit fino al 6,6 per cento del Pil nel 2025, più del doppio del parametro dell'Unione europea

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Alla vigilia del voto di sfiducia, il governo francese aveva messo in guardi su possibili turbolenze interne o internazionali in caso di caduta del gabinetto del primo ministro Barnier.

Le fibrillazioni non ci sono state, ma - senza un bilancio valido - il deficit pubblico potrebbe aumentare ulteriormente, così come l'incertezza che sta facendo lievitare i costi di rifinanziamento del già enorme debito del Paese.

Il presidente Macron dovrà ora nominare un nuovo primo ministro, che avrà il compito di formare un nuovo esecutivo. Ma le possibilità di adottare un nuovo bilancio entro la fine dell'anno sono molto scarse. Se non si voterà il bilancio entro il 20 dicembre, una delle possibilità è quella di estendere il bilancio del 2024 al 2025.

Lo scenario: con il vecchio bilancio nel 2025

"Un rinnovo del bilancio 2024 all'intero anno fiscale 2025 porterebbe probabilmente a un deficit di bilancio pubblico di circa il 6,3-6,6 per cento del Pil, rispetto al 6,1 per cento del Pil stimato per il 2024" si legge in una nuova analisi della banca multinazionale britannica Barclay's.

La Francia è già sottoposta a una notevole pressione per l'eccesso di spesa, poiché le regole fiscali dell'Ue richiedono che ogni Stato membro dell'eurozona mantenga il proprio deficit al di sotto del 3% del Prodotto interno lordo.

Barclay's ha aggiunto nella sua analisi che il panorama politico è troppo fluido per modificare le sue previsioni, lasciando la porta aperta a un nuovo governo e a una rapida approvazione di un bilancio 2025 entro il primo trimestre dell'anno "che consentirebbe un certo aggiustamento fiscale", si legge nell'analisi, aggiungendo che: "In tal caso, riteniamo che la nostra previsione di deficit pubblico del 5,8% del Pil, che include già un orientamento fiscale più allentato e previsioni di crescita nominale più basse rispetto al bilancio di Barnier, sarebbe ancora ampiamente realizzabile".

In Francia potrebbe verificarsi uno shutdown come negli Usa?

No, la Francia ha un quadro giuridico che impedisce il blocco delle attività amministrative.

Per fornire i fondi necessari agli impegni già approvati nel nuovo anno, lo scenario più probabile per qualsiasi governo nuovo o in carica sembra essere quello di "introdurre una legge speciale al Parlamento prima del 19 dicembre per garantire la continuazione della riscossione delle tasse esistenti", osserva l'analisi.

Per quanto riguarda i fondi della previdenza sociale, la legislazione non è chiara su cosa accadrebbe se la legge sul finanziamento della previdenza venisse respinta. (Per approvare il bilancio della previdenza sociale Barnier ha attivato l'articolo 49.3 della Costituzione, facendo così scattare il voto di sfiducia contro il governo).

Le prestazioni sociali francesi non cesserebbero e i contributi verrebbero riscossi in modo continuativo. La questione più urgente sembra essere la mancanza di autorizzazione all'operatore del sistema di sicurezza sociale, che di solito raccoglie fondi sui mercati finanziari fino a un tetto approvato.

"Il relatore del Senato francese per il finanziamento della sicurezza sociale ha suggerito in precedenza che i massimali di prestito potrebbero essere incorporati in uno strumento legislativo ad hoc, consentendo ai fondi di sicurezza sociale di continuare a operare secondo le disposizioni stabilite nel codice di sicurezza sociale", si legge nell'analisi.

L'operatività dei governi locali

Secondo le aspettative di Barclay's, i governi locali sono "autogestiti", in base all'articolo 72 della Costituzione, e quindi possono stabilire liberamente l'importo e la ripartizione delle loro spese in uno scenario senza bilancio.

L'analisi della banca lascia spazio alla possibilità che il bilancio 2025 venga adottato nei primi mesi del prossimo anno, "nel qual caso pensiamo che le nostre previsioni fiscali sarebbero ancora ampiamente realizzabili".

Anche con il bilancio attuale, Barclays non si aspetta una riduzione significativa del deficit nel 2025 e ha previsto un deficit del 5,8 per cento del Pil l'anno prossimo, ben al di sopra dell'obiettivo del 5 per cento fissato dal governo. La banca calcola una crescita economica dello 0,7, mentre il governo conta sull'1,1 per cento.

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