In Germania Sony aveva citato in giudizio Datel, una società che commercializza dei software compatibili con Playstation, che permettono all'utente di effettuare modifiche di gioco non previste dalla multinazionale giapponese. La Corte di Lussemburgo dà via libera a queste componenti aggiuntive
Con la sentenza sulla causa C-159/23 la Corte di giustizia europea si è pronunciata giovedì sulla direttiva riguardante la protezione giuridica dei programmi informatici.
Nel particolare, per un caso della Sony che aveva citato in giudizio in Germania Datel, società che sviluppa e commercializza dei software e un dispositivo compatibili con la console PlayStation, che permettono all'utente di effettuare alcune modifiche alle opzioni di gioco non previste dalla multinazionale giapponese.
Sony ritiene che i prodotti Datel alterano i software che supportano il gioco, violando il diritto esclusivo di Sony di autorizzare tale variazioni. La multinazionale ha quindi chiesto ai tribunali tedeschi di vietare a Datel la commercializzazione dei prodotti in questione e di ordinare il risarcimento del danno.
In una dichiarazione, i giudici della Corte europea hanno affermato che "la direttiva sulla tutela giuridica dei programmi per computer non consente al titolare di impedire la commercializzazione da parte di terzi di un software che si limita a modificare il contenuto di talune variabili inserite temporaneamente nella memoria Ram".
La richiesta dei giudici tedeschi alla Corte Ue
Datel, con sede nel Regno Unito, vendeva un software che consentiva ai giocatori di ottenere potenziamenti infiniti nel gioco di corse MotorStorm e di controllare la console tramite un sensore di movimento.
La richiesta ai giudici del Lussemburgo riguardava la violazione delle leggi europee del 2009 sul copyright dei videogiochi, considerato che in linea di principio i componenti aggiuntivi di Datel non alterano il codice sorgente ma cambiano semplicemente le variabili in esecuzione nella Ram.
Alcuni esperti del settore hanno accusato Sony di aver esagerato nel tentativo di controllare il modo in cui vengono in parte modificati i suoi prodotti, una pratica che sostiene ampie fasce dell'ecosistema dei videogiochi.
I rappresentanti di Sony e Datel non hanno risposto a una richiesta di commento da parte di Euronews.