La compagnia petrolifera olandese preannuncia il taglio di un numero di posti di lavoro oscillante tra 7.000 e 9.000
La compagnia petrolifera olandese Shell preannuncia il taglio di un numero di posti di lavoro oscillante da 7.000 e 9.000.
I tagli, attuati entro il 2022, avverranno nell'ambito della riorganizzazione per il passaggio verso forme d'energia a basse emissioni di carbonio, sebbene dovuti al crollo della domanda di petrolio durante la pandemia.
"Dobbiamo essere un'organizzazione più semplice, più snella - dice l'Amministratore delegato, Ben van Beurden - più competitiva, più agile e in grado di dare risposte ai clienti".
Per la compagnia, che a fine 2019 contava 83.000 dipendenti, la riorganizzazione condurrà a risparmi annuali addizionali superiori ai 2 miliardi di dollari entro 14 mesi.
I colossi petroliferi stanno subendo crescenti pressioni da parte degli attivisti ambientali sul fronte del cambiamento climatico: anche la britannica BP ha recentemente annunciato il taglio di 10.000 posti (su una forza lavoro globale pari a 70.000).