L'ex presidente catalano in esilio sembra essersi integrato bene nel suo paese d'accoglienza. Anche se rimane un mistero: chi paga per le sue spese?
A cento giorni dal suo arrivo a Bruxelles, l'ex presidente catalano Carles Puigdemont fa ormai parte della tappezzeria. Lo si può trovare in particolare in due luoghi: lo Husa President Park Hotel, proprietà di una famiglia catalana, dove tiene le sue riunioni di lavoro e a volte occupa una suite; e la villetta da 550 metri quadri dove risiede - ironicamente - a Waterloo e il cui affitto ammonterebbe a 4.400 euro al mese.
Ma chi paga per tutto questo?
L'abbiamo chiesto al suo avvocato belga, Paul Bekaert, che è rimasto evasivo: "È un segreto professionale, naturalmente. Qualcuno mi paga, non è un problema", ha risposto.
In Belgio Puigdemont può contare su due figure fidate: uno è l'amico imprenditore catalano José Maria Matamala; l'altro è, per l'appunto il suo legale. Ma a sostenerlo c'è anche il partito nazionalista fiammingo.
Ma l'ex leader catalano in cento giorni fino a che punto è riuscito a integrarsi in Belgio?
Uno youtuber belga ha cercato di capirlo.
Ma per ora** il suo fiammingo** è limitato a due espressioni chiave: "Grazie" e "prego".
Abbastanza perché i fiamminghi gli concedano, eccezionalmente, di parlare in francese.