Di Euronews
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Nonostante l’attuale ritorno a quota 50 dollari al barile, il crollo dei prezzi del petrolio di inizio anno continua a farsi sentire.
Nonostante l’attuale ritorno a quota 50 dollari al barile, il crollo dei prezzi del petrolio di inizio anno continua a farsi sentire. Ultimo in ordine di tempo a presentare conti decisamente deludenti è Lukoil, secondo produttore più grande della Russia dopo Rosneft.
L’utile netto si è attestato intorno ai 574 milioni di euro, il che rappresenta una frenata del 59% rispetto all’anno scorso. Non hanno aiutato neppure le profonde fluttuazioni del cambio. Unica nota positiva: la diminuzione delle tasse sulle attività estrattive e dei dazi alle esportazioni.